#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Pubblicato su Odiens, Europa il 24 novembre 2014
Ebbene, il duello del sabato sera fra il discendente italiano di Strictly Come Dancing, ovvero Ballando con le stelle, format BBC venduto fin dal 2006 in 42 paesi a partire dall’Australia e Tu sì que vales, ennesima variazione, in questo caso di origine spagnola (2008), del genere got talent si sta definitivamente chiudendo con la vittoria del secondo: 24% di share contro il 19,5%.
I primi e più numerosi, su Canale 5, a vedere numeri da circo di notevole livello, aiutati da una giuria che con i suoi commenti e valutazioni aiuta il pubblico a capire dove stia l’abilità. Con incursioni di pseudo concorrenti a fungere da momento comico, come quel Mac Rooney della tv in bianco nero che ti faceva sbellicare perché non gliene riusciva neanche una.
Su Rai1 i secondi, fedeli allo spettacolo musicale e ai volteggi di star di secondo piano, addestrate a –più o meno – danzare ad opera e fatica di alcuni ballerini professionisti con cui vengono messi a fare coppia.
Qui i momenti dell’abilità coreutica sono meno incalzanti e i commenti della “giuria”, rispetto a quella di Canale5, meno utili a comprendere difficoltà e perfomance. Tant’è che il pubblico ha un ascolto meno costante. La somma fa il 43%, la stragrande maggioranza del pubblico e, dunque, dei ricavi pubblicitari della serata.
Contemporaneamente, a Londra il più prestigioso dei servizi pubblici e a Madrid una qualunque rete privata, si fregano le mani e contano i soldi incassati dai canali italiani per avere la licenza di trasmettere i loro format, più o meno riadattati.
E noi qui a chiederci perché i nostri broadcaster si abbuffino di format inventati all’estero e non siano capaci di venderne altrettanti made in Italy, come se Rai e Mediaset, la quasi totalità della tv italiana non a pagamento, fossero figlie di un dio minore.
La risposta in realtà pensiamo di conoscerla, ma questa rubrica tratta di Odiens e non delle tristi, decennali vicende del nostro “sistema” della tv.
E dunque soprassediamo, ma non senza rinviare gli appassionati del tema a seguire con attenzione la vicenda iniziata con gli annunci di revisione del “canone”, della “governance” etc etc.
Che vuol dire re-inventare il servizio pubblico italiano e, di riflesso, il sistema intorno. Alla fin fine è lì che si deciderà se continueremo a riciclare le idee altrui e, al massimo, ad essere scimmiottati da Pupo e Vinci, all’uopo fattisi albanesi.