Ottanta chili per 1,65 metri. E’ Reem-C, l’umanoide presentato a Madrid nell’ambito del 14° Congresso internazionale sui robot che ha richiamato oltre 400 esperti provenienti da ogni parte del mondo per discutere dell’impiego delle macchine bipedi nella nostra vita quotidiana, dalla faccende di casa agli ospedali.
“Sono già qui con noi e ne arriveranno sempre di più”, ha commentato Frederik Bengtsson, ricercatore dell’Università di Linköping in Svezia.
“La tecnologia costa sempre meno ed è sempre più veloce. Il settore sta crescendo molto rapidamente, così com’è successo qualche anno fa con i computer“, ha aggiunto il ricercatore, presentando il piccolo robot Nao, prodotto dalla francese Aldebaran Robotics, che al congresso è stato impegnato in un concorso di cucina tra umanoidi.
Ma non solo, a Madrid ci sono pomodori che ballano a ritmo frenetico, sorvolati da droni… insomma il meglio del meglio delle ultime innovazioni in fatto di robotica.
“Gli umanoidi sono macchine venute dalla fantascienza che noi ricercatori stiamo cercando di portare nella vita reale attraverso lo sviluppo di tecnologie che autori e registi avevano solo immaginato“, ha osservato Santiago Martinez de la Casa, del laboratorio Robotics Lab dell’Università Carlos III, che a Madrid presenta Teo, un piccolo robot con braccia telecomandate.
“Il nostro obiettivo – ha precisato – è produrre un robot umanoide da usare in casa, ad esempio per sistemare la cucina, i letti o aiutare le persone con disabilità nelle attività domestiche”.
Lavori di casa, assistenza, interventi nelle zone a rischio o ancora robot impiegati nella medicina come l’Esoscheletro Exo-H1 usato per la deambulazione nei pazienti con difficoltà motorie.
Corriamo il rischio che questi macchine si ribellino all’uomo?
Anche se i ricercatori stanno lavorando per creare sensazioni ed emozioni, ha concluso Carlos Prieto, della spagnola Technaid, parlare di robot pensanti è al momento ancora fantascienza. Ma chissà cosa ci riserverà ancora il futuro.