Pubblicato su Odiens, Europa il 17 novembre 2014
Certo che ce ne vuole di coraggio a Marino, o magari di incoscienza, per riuscire a resistere all’assedio di chi, dal giorno stesso dell’elezione, punta a sloggiarlo.
Ma oggi la situazione si è fatta seria perché i media hanno trovato il pane adatto ai loro denti.
Da un lato lo scandalo “minimalista” (e dunque perfetto per le spigolature semi-comiche che tanto vanno nei talk show diurni) della Panda propria con cui il sindaco, andando giornalmente a lavorare in Campidoglio, e cioè in zona Ztl, ha rimediato una grandinata di multe.
Peggio per lui: se usava l’auto blu o il taxi bianco rimborsato a piè di lista sarebbe stato, davvero, sereno. E invece viene denunciato dall’occhiuta opposizione e sbertucciato dal Partito (il Pd) che dovrebbe sostenerlo nella buona e nella avversa ventura e sembra piuttosto considerarlo l’ennesimo marziano sbarcato in città.
Dall’altra la “apocalisse” dei disastri: l’altr’anno la sfiga degli allagamenti per le bombe d’acqua e il soprannome “sotto-Marino”; quest’anno la “rivolta delle torri” (Tor Bella, Torre Angela, e, ovviamente Tor Sapienza e altre ancora) che a Roma indicano col comune prefisso i quartieri più periferici e più affollati di ceto medio impoverito, extracomunitari più o meno clandestini e campi Rom.
E qui i media, casco coloniale in testa, navigano come golosi in pasticceria fra volti umani e ceffi disumani, storie di piccola delinquenza (che son quelle che fanno immediatamente scattare la immedesimazione del pubblico in tinello), affreschi affollati di gangster e arruffapopoli.
Un naufragio, o un magma, sociale che, come ogni spettacolo catastrofico incanta chi lo contempla da fuori.
E sai che scoperte!
Ci hanno già fatto i film (da ultimo il Tutti contro tutti del 2013). Mentre la sottolineatura della straordinarietà, il connotato della emergenza sottolinea solo la assenza di lungimiranza da parte del cosiddetto circo mediatico.
Mentre è chiaro che queste scoperte dell’acqua calda servono solo a renderla momentaneamente bollente, giusto il tempo per liquidare un sindaco di cui un ampio schieramento pare deciso a disfarsi.
A noi peraltro sembra un sindaco che cerca di cavarsela, ma sicuramente per manchevolezza nostra che non abitiamo nella cintura delle torri e di amministrazione cittadina non sappiamo proprio nulla (certo meno di quanto la sa lunga il Gotha giornalistico che ancora ieri impazzava su Corriere e Repubblica).
Resta aperta la vera domanda: i mass media ci fanno o ci sono?
Sono consapevole parte di un vasto “complotto” che li porterà a spartirsi i benefici di un ribaltone in Campidoglio?
Oppure sono semplice erba secca pronta ad infiammarsi per chi le getta un cerino acceso?
In conclusione (avendo trattato di torri): chi butteremmo giù dalla torre?
Il medium pavloviano o quello manovriero?
Oppure la torre?