Pay tv

Sky, Andrea Zappia: ‘Netflix in Italia troverà concorrenti agguerriti’

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L’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, parla del riassetto della pay tv: ‘Saremo più forti. L’Italia può diventare la Hollywood europea’ e riguardo all’arrivo di Netflix, ‘troverà concorrenti agguerriti’.

Una nuova Sky che guarda al futuro in chiave internazionale e si appresta a lanciarsi in nuove sfide sul mercato audiovisivo. E’ quella che viene fuori dalla finalizzazione dell’operazione che ha visto BSkyB rilevare il 90% di Sky Deutschland e il 100% di Sky Italia, dando vita a un gigante della pay tv con 20 milioni di abbonati in cinque paesi – Italia, Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda – e un budget di 5,7 miliardi da investire nella programmazione tv.

“Saremo più forti e con maggiore capacità di investimento”, ha dichiarato a Repubblica l’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, spiegando che grazie a questo riassetto “il gruppo Sky agirà da acceleratore per l’innovazione e la produzione di contenuti. L’Italia può diventare la Hollywood europea grazie al capitale creativo e artistico del paese e noi vogliamo avere un ruolo fondamentale”.

Riguardo all’operazione di raggruppamento, Zappia ha spiegato che “unire le tre Sky significa creare una media company leader in Europa con 20 milioni di clienti, 14 miliardi di ricavi, 31.000 dipendenti e 5,7 miliardi di investimenti in programmazione. Per noi è un’operazione naturale, condividiamo già il marchio, il business model, i contenuti e la cultura e ora possiamo marciare uniti per rendere sempre migliore e più ricca l’esperienza dei clienti”.

A proposito dell’intesa firmata con Telecom Italia, per portare i contenuti della pay tv sull’ultra banda larga dell’operatore tlc, l’Ad ha precisato che grazie a quest’accordo “per la prima volta porteremo tutti i canali e le funzioni Sky non attraverso il satellite, ma via Internet. L’offerta partirà in primavera e si rivolgerà alle 8 milioni di famiglie che hanno già la banda larga Telecom ma non ancora Sky. In questi anni abbiamo spinto molto per la diffusione e l’uso della banda larga con SkyOnDemand e SkyGo; l’accordo con Telecom darà un importante contributo a questo sviluppo”.

 

A Repubblica, Zappia ha rispostoanche in merito alle voci circolate, e poi smentite dal gruppo, di voler puntare sulla tv free-to-air.

Zappia ha ribadito: “Siamo una media company con la stragrande maggioranza di ricavi che arriva dalla pay tv, quindi non avrebbe senso traslocare sul “free”. Siamo già entrati nel business della Tv gratuita con Cielo, il canale è più che cresciuto nel 2014, e potremmo aumentare la nostra presenza, ma senza mettere in dubbio il cuore del nostro business”.

Domanda anche sul vociferato sbarco di Netflix, la piattaforma americana di video streaming, anche in Italia dopo l’arrivo in sei nuovi Paesi europei.

Zappia ha osservato che “vi sono già una dozzina di Over-The-Top operanti in Italia, tra cui Sky online, Infinity e TimVision. Quando arriverà Netflix sarà quindi l’ultimo della lista e troverà una concorrenza agguerrita in un mercato sovraffollato di Tv gratuita e in un ciclo economico avverso”.

E riguardo al futuro? C’è spazio per due operatori di pay tv nel lungo periodo?

Al quotidiano l’amministratore delegato di Sky ha replicato che “Il mercato oggi sembrerebbe dire di no, visti i risultati economici. O la penetrazione della pay tv raggiungerà i livelli di Francia e Inghilterra o, alla lunga, si arriverà a un cambiamento di scenario com’è avvenuto in altri paesi”.

“In questi 11 anni – ha aggiunto – abbiamo investito 16 miliardi nel sistema economico italiano. Abbiamo un concorrente forte e capace; ci aspettiamo però che Mediaset continui ad aumentare i prezzi a causa dei maggiori costi per i contenuti. Non possiamo permetterci di non farlo, i nostri listini sono fermi da più di due anni e l’offerta si è allargata”.

Quanto poi a una possibile trattativa con Mediaset sui diritti della Champions League dal 2016, Zappia non crede che l’azienda della famiglia Berlusconi “voglia farlo”.

“Detto questo – ha concluso – non si può aver sempre tutto e noi complessivamente avremo tanto”.

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