Per quanto Linkedin sia considerato il principale social media B2B dalla community professionale dei dirigenti marketing e PR, ben pochi sono coloro che passano molto tempo a fare netwkorking su questa piattaforma. Al di là del post di articoli di stampa, Linkedin viene usato meno di altri social per interagire. In altre parole, i professionisti del marketing e delle PR preferiscono intavolare discussioni su Twitter e Facebook.
Un comportamento che fa a pugni con alcuni dati diffusi da Linkedin, secondo cui ben il 50% degli utenti che discutono e interagiscono sulla piattaforma ha più chance di acquistare qualcosa da un’azienda con cui ha intrattenuto rapporti e contatti su Linkedin.
Gli esperti di marketing di PRdaily.com hanno stilato una lista in 8 punti di cosa vogliono gli utenti che navigano sulla piattaforma e di come provare a darglielo:
- Dare agli utenti quello che vogliono. I membri di Linkedin vogliono consigli su lavoro, carriera e post specifici su mercati e industry. Oltre alla semplice ricerca di news, vogliono informazioni precise sulle conseguenze dirette di una notizia sul loro settore di appartenenza. In sintesi, sono alla ricerca di chiavi di lettura e opinioni personali.
- Essere attivi sulla piattaforma. L’algoritmo di Linkedin favorisce e premia gli aggiornamenti e i profili personali attivi e le pagine aziendali. Più connessioni e follower si raccoglieranno nel mercato di appartenenza, maggiore sarà la partecipazione a gruppi e discussioni e maggiore sarà il contributo di Linkedin all’aumento del reach dei tuoi contenuti.
- Menzionare i membri della piattaforma. Digitando @ nell’update dello status, Linkedin ti suggerirà i membri da menzionare dalla lista dei tuoi contatti personali. La piattaforma notificherà poi i tuoi aggiornamenti, e loro potranno a loro volta condividere i tuoi contenuti ai loro contatti. Attenzione però allo spamming n3ll’attività di menzione, che rischia di trasformarsi in un boomerang.
- Corteggiare gli influencer. Cerca di guadagnarti l’attenzione degli influencer di Linkedin. Si tratta di utenti credibili, di norma ai vertici delle aziende, che scrivono contenuti approvati dagli editor di Linkedin. Normalmente gli influencer sono riconoscibili perché segnalati da un’iconcina ad hoc.
- I momenti migliori per postare su Likedin. Secondo il report condotto da HubSpot i momenti migliore per postare su Linkedin sono il martedì, mercoledì e giovedì fra le 7 e le 8 di mattina e negli stessi giorni fra le 17 e le 18. Ma per altre aziende il momento migliore per postare su Linkedin è invece verso le 20, visto che i manager di alcuni settori non staccano mai e anzi di sera hanno più tempo per navigare e consultare social e email.
- Inserire hastag all’interno dei post rende più semplice la ricerca di contenuti dello stesso tipo da parte degli utenti. Gli hashtag sono relativamente nuovi su Linkedin, quindi è meglio aggiungerne uno o due al massimo al tuo post per non far sembrare il contenuto come spam.
- Prova post senza immagini. Di norma sui social media si crede che la presenza di immagini sia un vettore di attenzione. Ma su un social media destinato alla community B2B dei professionisti in molti casi funzionano bene anche i post senza foto e senza link e senza tag. Questa è una soluzione da provare assolutamente. Secondo alcuni dati, i post senza immagini e link ottengono tre volte le visualizzazioni di quelli che ne sono muniti.
- Metti “Like” sui tuoi post. Mettere “Mi piace” sui tuoi post lungi dall’essere un autogol è uno stimolo perché gli altri facciano lo stesso su Linkedin.