Slitta di nove giorni, ma non uno di più, il termine di presentazione dei dati sulle spese mediche da inserire nel modulo precompilato del 730 online. Lo ha reso noto l’Agenzia delle Entrate, precisando che con la mini-proroga al 9 febbraio (rispetto al termine precedente del 31 gennaio) si sta già facendo il massimo. Ma per i medici la proroga non è sufficiente a elaborare milioni di dati in modo adeguato. C’è poi tutto il versante della tutela della privacy, su cui si è concentrato oggi il Garante: i contribuenti devono poter scegliere se inserire i dati sanitari nel modello precompilato.
E’ quanto ha tenuto a sottolineare il direttore dell’Agenzia, Rossella Orlandi, aggiungendo: “Non voglio entrare in polemica con nessuno. Questo lavoro con gli ordini e le categorie è partito da più di un anno. Quindi tutto un lavoro è stato fatto e c’è stato l’accordo con l’Ordine dei medici”.
Ma per i medici ci vuole più tempo (almeno un mese) per presentare milioni di dati in maniera corretta.
I ritardi nella trasmissione dei dati sanitari sono dovuti principalmente a due fattori: da un lato, la mancata trasmissione degli scontrini per l’acquisto di medicinali da parte delle farmacie, e dall’altro ai problemi di trasmissione dei dati sulle parcelle per prestazioni sanitarie da parte dei medici.
Un altro problema, secondo i medici, riguarda la tutela della privacy dei dati sanitari comunicati all’Agenzia delle Entrate, che potrebbe creare problemi sul fronte della tutela della riservatezza. Ed è per questo che in un primo momento i medici avevano chiesto di prorogare al 9 marzo la presentazione dei dati sanitari.
D’altro canto, l’Agenzia delle Entrate ha ribadito che l’assistito “può consultare l’elenco delle spese sanitarie e selezionare le singole voci per le quali esprime la propria opposizione all’invio dei relativi dati da parte del Sistema Tessera Sanitaria all’Agenzia delle entrate per l’elaborazione della dichiarazione precompilata – si legge nella nota – L’opposizione all’utilizzo dei dati relativi alla spesa sanitaria comporta la cancellazione degli stessi e l’automatica esclusione anche dei relativi rimborsi”.
Il contribuente può effettuare le correzioni direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate, se decide di presentare da solo il 730 precompilato, oppure può delegare un Caf.
“La proroga è già molto faticosa – ha detto Orlandi – perché il 730 dovrà essere reso disponibile per i Caf il 15 aprile e per i contribuenti il 2 maggio. Servono tempi per elaborare decine di milioni di dati e dare un prodotto serio. Quindi questo è il massimo che da un punto di vista tecnico comprimendo tutti i tempi di elaborazione abbiamo potuto dare”.
Di tutt’altro avviso i medici e odontoiatri. “Riteniamo il rinvio di pochi giorni totalmente inadeguato ed esprimiamo tutta la nostra insoddisfazione” scrive in una nota la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), aggiungendo che “la proroga di sette giorni lavorativi non risolve i gravi problemi che ancora sussistono nel Sistema Ts e che ostacolano la procedura, né le difficoltà interpretative e attuative del complesso iter procedurale previsto dalla normativa”.
In questi mesi, continua la nota, la Federazione “si è adoperata incessantemente per manifestare, a tutti i livelli istituzionali, tali criticità: è del 19 gennaio scorso un ennesimo confronto tecnico-istituzionale con la Ragioneria dello Stato e con la Sogei, la società informatica del ministero dell’Economia e delle finanze responsabile del progetto, che si sono impegnate a risolvere i malfunzionamenti tecnici del Sistema. Appelli sono stati fatti al ministro Padoan, e ai componenti della Commissione Affari sociali, dove è all’esame il cosiddetto ‘Milleproroghe’. Pur in questo scenario di incertezza, i medici, gli odontoiatri, gli Ordini, la Fnomceo si sono immediatamente attivati assicura la Federazione – in un ambito di collaborazione responsabile, surrogando lo Stato.”
“Per questo – si legge ancora nel comunicato della Fnomceo – riteniamo che l’impegno profuso da tutta la professione sia assolutamente sproporzionato al rinvio di pochi giorni“. Il Sistema Tessera sanitaria “presenta e presenterà gravi elementi di criticità e a farne le spese saranno non solo i colleghi, ma soprattutto i cittadini” conclude la nota “anche considerando che altre categorie resteranno di fatto escluse dall’invio, vanificando così l’efficacia dell’impegno dei medici e degli odontoiatri”.