I rappresentanti degli Stati membri dell’Ue hanno dato il via libera all’uso della banda 700 MHz (694-790 MHz) per i servizi di Internet mobile e in prospettiva per il 5G, ufficializzando così l’accordo siglato con il Parlamento Europeo lo scorso 14 dicembre.
L’accordo definitivo dovrebbe essere finalizzato e approvato dal Parlamento e dal Consiglio nella primavera del 2017.
L’accordo, stipulato dalla Presidenza slovacca con il Parlamento europeo nel dicembre 2016, prevede che i paesi dell’Ue riassegnino la banda 700 MHz per i servizi wireless a banda larga entro il 30 giugno 2020. L’obiettivo è il lancio coordinato di nuovi servizi digitali (tra cui telemedicina e connected car) su larga scala nella Ue.
In linea con le esigenze espresse dal nostro paese, è consentito in “casi giustificati” un ritardo fino a due anni (30 giugno 2022). Fra le ragioni “giustificate” che consentiranno di ritardare la migrazione, fortemente voluta dalla Commissione Ue, problemi di interferenze transfrontaliere per il mancato coordinamento internazionale dello spettro e difficoltà finanziarie.
Il nostro paese non ha tempo da perdere: entro la fine del 2017 anche l’Italia dovrà chiudere e firmare tutti gli accordi di coordinamento internazionale dello spettro e risolvere eventuali problemi di interferenza con i paesi confinanti, che dovrebbero essere già risolti.
Un tavolo di confronto è già aperto con la Francia che dal canto suo è più avanti di noi, avendo già fatto l’asta per i 700 Mhz nel 2015.
L’obiettivo della Ue è promuovere l’utilizzo coordinato della banda 700 e l’adozione di 4G a velocità più elevate, con una migliore copertura anche nelle zone rurali. L’accordo faciliterà inoltre l’adozione del 5G.
Le frequenze nella gamma MHz sub-700 (470-694 MHz), rimarranno disponibili per il digitale terrestre televisivo, almeno fino al 2030.
Tutti i paesi europei dovranno quindi presentare una roadmap pubblica per la liberazione del 700 Mhz entro giugno 2018.