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700 Mhz alle telco entro il 2020 (+2): c’è l’accordo degli Stati Ue

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Giuseppe Recchi: “Se il Governo ha bisogno di soldi metta subito le frequenze a disposizione degli operatori. Telecom pronta a investire nel 5G quello che voleva investire per Metroweb”

Gli Stati membri della Ue hanno trovato l’intesa per il passaggio della banda di frequenza 470-790 MHz alla banda larga wireless. Il passaggio, in base all’accordo raggiunto oggi nell’ambito del Consiglio “Trasporti, telecomunicazioni e energia”, dovrà avvenire entro il 30 giugno 2020, come chiesto dalla Commissione, ma con la previsione di due anni di ‘tolleranza’, così come previsto dal rapporto Lamy e come chiesto da un gruppo di Paesi tra cui l’Italia.

Uno slittamento che potrà però avvenire solo per “motivi debitamente giustificati”, tra i quali: problemi di coordinamento transfrontaliero irrisolti; interferenze dannose irrisolte; la necessità di assicurare la migrazione tecnica verso standard di trasmissione avanzati in presenza di una grande porzione di popolazione interessata da tale processo; costi finanziari della transizione superiori ai ricavi previsti generati dalle procedure di aggiudicazione, o forza maggiore.

Per salvaguardare i servizi televisivi, la posizione del Consiglio stabilisce che le frequenze nella banda 470-694 MHz dovranno essere invece disponibili almeno fino al 2030 per la fornitura di servizi di trasmissione terrestre, inclusi i servizi digitali, compatibilmente con le esigenze nazionali. In Italia, ad esempio, dove non ha mai preso piede la Tv via cavo, 18 milioni di famiglie su 24 si affidano a questa piattaforma per fruire della tv in chiaro.

I prossimi step

Entro il 31 dicembre 2017 gli Stati membri dovranno aver concluso tutti i necessari accordi di coordinamento transfrontaliero delle frequenze all’interno dell’Unione.

Entro il 30 giugno 2018, quindi, gli Stati membri dovranno adottare e rendere pubblici il piano e il calendario stabiliti a livello per adempiere agli obblighi imposti dalla decisione.

Prima che questo testo diventi legge, c’è ancora bisogno dell’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio , sulla base di questo general approach adottato oggi.

Con questo passaggio, ha spiegato però il ministro olandese Henk Kamp, “si compie un altro importante passo verso la disponibilità dei servizi a banda larga per tutti i cittadini. Internet veloce – ha aggiunto – è importante non solo per lo sviluppo dell’economia europea, ma anche per la vita quotidiana dei cittadini. Insieme ad altre misure, l’apertura della banda 700 Mhz alla banda larga mobile assicurerà che internet veloce sia una realtà per la Ue entro il 2020″.

Parola d’ordine: spazio per il 5G

La banda 700 Mhz è attualmente utilizzata dalle Tv per il digitale terrestre e in base alla proposta della Ue tutti gli Stati membri devono essere pronti a riallocare le frequenze alla banda larga mobile entro il 2020 così da garantire un uso armonizzato delle frequenze e creare un vero spazio unico digitale in cui le tecnologie 5G abbiano mercato sufficiente per imporsi con le adeguate economie di scala.

In Europa, solo Francia e Germania hanno già messo all’asta la banda dei 700 MHz, mentre Danimarca, Svezia Regno Unito e Finlandia dovrebbero procedere con le aste entro la fine di quest’anno o l’inizio del 2017.

Tuttavia, la maggior parte degli Stati membri hanno assegnato licenze nell’ambito della banda dei 700 MHz per la trasmissione oltre il 2020. Nel nostro paese, la banda 700 è occupata al 60% da emittenti nazionali e locali, tutti con diritti d’uso in scadenza nel 2032.

La reazione degli operatori

“Se il Governo ha bisogno di soldi metta subito le frequenze a disposizione degli operatori. Noi siamo assolutamente pronti a investire e partire con il 5G appena lo consentiranno le tecnologie e le procedure di gara”, ha affermato il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi in audizione al Senato.

“Noi siamo pronti, anche prima del 2020, ma la scelta è del governo non delle aziende. Siamo pronti a investire quello che volevamo investire per Metroweb nel 5G, una tecnologia che veramente mette il futuro a disposizione di tutta la popolazione”, ha aggiunto.

Gli operatori mobili europei, riuniti nella GSMA, hanno apprezzato questa intesa ma spingono ora sugli Stati membri affinché il 2020 sia considerato un “traguardo fondamentale per il passaggio al mobile della banda 700 Mhz”. Senza questo impegno, aggiungono le telco, “l’Europa rischia di ampliare il gap con altre economie nello sviluppo della banda larga mobile”.

La posizione dell’Italia

Intervenendo al dibattito del Consiglio, il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha sottolineato che lo sviluppo delle reti tlc di nuova generazione deve avvenire “tenendo conto delle peculiarità nazionali esistenti”.

Giacomelli ha chiarito che “l’Italia ritiene che le reti di banda ultra larga siano chiave per la comunicazione e l’informazione”, ma occorre che la Ue promuova  “investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture digitali a prova di futuro, perché’ gli investimenti privati non bastano”.

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