La crescente concorrenza di Amazon e degli altri player del video streaming non ha rallentato la crescita di Netflix nel 2017: il titolo è cresciuto del 55% in un anno tanto che Netflix è la seconda media company Usa per valore alle spalle della Disney. Sul fronte dei ricavi, vista la crescita costante di abbonati e gli aumenti contenuti, si prevede per Netflix un incremento del 30% a 11,7 miliardi nel 2017.
Per il 2018 il Ceo Reed Hastings ha già incrementato il budget per la produzione di contenuti da 7 a 8 miliardi di dollari, sembra quindi presumibile affermare che anche questo sarà un anno all’attacco per Netflix. Di seguito sette previsioni sulle prossime mosse dell’azienda.
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Netflix farà grossi investimenti in contenuti per bambini e proprietà intellettuale
A fine 2017 Disney ha annunciato il ritiro dei suoi film dal catalogo di Netflix entro il 2019 per puntare sul lancio di un suo proprio servizio streaming da lanciare nel 2019, a prezzi più contenuti rispetto a Netflix, per la trasmissione in esclusiva di tutto i film del catalogo Disney, Pixar, Marvel e Guerre Stellari. Un annuncio cui ha fatto seguito un accordo per l’acquisizione della maggioranza di degli asset di 21st Century Fox, compresi film di cassetta come X-Men, Fantastici Quattro.
Senza dubbio Netflix vorrà rispondere alla nuova minaccia portata da Disney investendo in maniera massiccia sui contenuti per bambini, sui cartoni animati e sulle fiction prima dell’addio annunciato da parte di Disney. Non a caso il budget per nuovi contenuti è stato alzato da 7 a 8 miliardi di dollari lo scorso mese di ottobre.
Sarà sufficiente per contrastare il tesoro di film di proprietà della Disney, da Topolino agli Avengers passando per Luke Skywalker?
Non si sa. Quel che è certo è che già l’anno scorso Netflix ha investito per rafforzare il suo catalogo di film di proprietà: ad agosto ha rilevato l’editore di fumetti Millaword. Nel 2018 potrebbero arrivare nuove acquisizioni o partecipazioni in aziende media tradizionali (forse Viacom?) per accrescere la sua library.
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Controlli più stretti sui film autoprodotti
Nel 2017 Netflix ha finanziato diversi film originali, rendendoli disponibili alla data di lancio in streaming. Il problema è che al di là del film coreano Okja, le altre produzioni non hanno sfondato. Uno dei film, War Machine con Brad Pitt, è stato affossato dalla critica. Critiche negative anche per il film horror Death Note e per la pellicola di Will Smith Bright.
Un potenziale errore strategico di Netflix è stato forse quello di concedere troppa libertà a registi e attori, affidandosi più al talento che alle logiche del botteghino. Quest’anno le cose potrebbero cambiare sul set delle mega produzioni, con un giro di vite sui controlli basato su analytics e data mining per intercettare i gusti degli spettatori.
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Netflix sigla accordi di prioritizzazione con gli Isp americani
Dopo lo smantellamento della net neutrality voluta a suo tempo da Obama da parte della FCC targata Trump, è probabile che gli Isp a stelle e strisce sfrutteranno il nuovo regime per siglare accordi per dare precedenza ad alcuni contenuti selezionati di content provider disposti a pagare per ottenere corsie preferenziali sul web.
E’ probabile che Netflix sarà uno di questi content provider, allo scopo di migliorare la qualità di streaming e diminuire i costi di banda per veicolare i suoi contenuti in rete. Tanto più che prima della net neutrality Netflix aveva già siglato accordi con gli Isp per superare indenne (a pagamento) le congestioni di rete nei punti di interconnessione.
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La crescita del mercato asiatico
Nel 2018 Netflix potrebbe veder crescere il suo bacino di clienti in Asia, dove è presente dal 2016 (eccezion fatta per la Cina). Nel 2017 il tasso di crescita dei clienti è stato più forte in Europa e America Latina, ma gli investimenti in contenuti originali in Giappone, India e Corea del Sud potrebbero cominciare a dare i loro frutti quest’anno. Le campagne di marketing sono forti in Asia, così come l’impegno per raggiungere audience sempre più ampie anche nelle zone con scarsa copertura broadband, dove Netflix ha messo a punto un algoritmo particolare di compressione dei contenuti soprattutto per il mobile. Tanto più che anche in Europa e America Latina c’è voluto qualche tempo prima che decollassero gli abbonamenti.
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Decolla il progetto 4K di Netflix
Pare che soltanto una piccola percentuale degli abbonati a Netflix abbia sottoscritto ad oggi il suo piano Premium, che prevede streaming 4K e fino a 4 streaming contemporaneamente. Le cose potrebbero migliorare quest’anno, visto che negli Usa le case hanno ormai quasi tutte la copertura minima a 25 Mbps per il 4K, il prezzo dei televisori è diminuito e il catalogo di film 4K di Netflix è cresciuto. L’abbonamento Premium costa 13,99 dollari al mese negli Usa, 3 dollari in più rispetto all’abbonamento standard Hd e uno spostamento verso la fascia alta consentirebbe all’azienda di accrescere i ricavi.
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Migliorare il catalogo di film con licenza
Se c’è un tallone d’Achille per Netflix allora si tratta del catalogo di film con licenza, che è alquanto magro perché il grosso degli investimenti va per le produzioni di contenuti originali e di serie tv.
I cataloghi di film e programmi di Netflix sta diminuendo soprattutto in confronto ai concorrenti Amazon e HBO, che hanno molti più vecchi film a disposizione.
Uno degli obiettivi di Netflix per il 2018 sarà dunque quello di rafforzare la sua library di film, tanto più che la gran parte del suo catalogo è formato da produzioni Disney che fra due anni spariranno.
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Netflix siglerà più accordi con carrier Tlc
Dopo gli accordi di bundle con T-Mobile Usa, Altice per la trasmissione di contenuti in Francia, Portogallo, Israele e Repubblica Dominicana, e con Altice USA (ex Cablevision) per un pacchetto triple pay, nel 2018 si attendono nuovi accordi di questo tipo con gli operatori mobili. Non è poi escluso che Netflix possa siglare un accordo con qualche servizio di streaming musicale, per accorpare le offerte sempre più numerose di content digitale e semplificare così la vita agli utenti.