Il valore di mercato del 6G crescerà ad un tasso medio annuo del +26%
Dobbiamo ancora superare limiti e problemi relativi alla rete 5G che, in realtà, è già ora di affrontare una nuova sfida: la rete 6G. Non è una novità, a dire il vero sono alcuni anni che si parla della nuova generazione di rete di telecomunicazione, ma è chiaro che ci vorrà molto tempo prima di arrivare alla sua commercializzazione.
Ci siamo quasi, però, e lo si capisce anche dalle stime del valore di mercato di questa tecnologia che è già possibile quantificare. Secondo il nuovo Report di Research Nester, il mercato 6G è atteso passare dai 5,5 miliardi di valore stimati per la fine del 2024 agli oltre 89 miliardi di dollari di fine 2036.
Diversi gli attori chiave attuali e sicuramente futuri, si va da Huawei a Nokia, da Samsung a Ericsson, da Qualcomm a Intel, da Cisco ad Apple, fino a Deutsche Telekom.
Il tasso di crescita medio annuo (Cagr) atteso dallo studio per questo mercato è del 26% per il periodo 2024-2036.
Manifatturiero il più sensibile alla nuova tecnologia di rete
Il segmento verticale più forte dovrebbe essere quello manifatturiero, secondo gli studiosi, che potrebbe valere il 38% di questo mercato, grazie all’abilitazione che il 6G garantirà all’automazione industriale e alla perfetta integrazione di un numero molto elevato di dispositivi dell’internet delle cose (IoT).
Oggi già tre aziende manifatturiere su cinque hanno già integrato una o più soluzioni IoT nei propri processi produttivi.
Ma anche automazione e robotica industriale, realtà estesa multisensoriale e smartphone
A tal proposito, il Rapporto propone alcuni esempi di applicazioni del 6G, che sono, come anticipato, l’automazione e la robotica industriale, la realtà virtuale e aumentata, la realtà estesa multisensoriale (mix di esperienze di realtà aumentata, realtà virtuale e realtà mista), per esperienze immersive/interattive, ma anche la blockchain e le telecomunicazioni mobili in generale, con gli smartphone di nuova generazione su cui saranno abilitati nuovi servizi e nuove funzionalità.
Atri segmenti in cui il 6G potrebbe trovare utilizzo rapidamente sono tutte le attività produttive, l’agricoltura, l’educazione e l’intrattenimento, la sicurezza pubblica e i servizi di emergenza.
Ovviamente, queste sono solo stime, ma qualcosa di più concreto già si muove, soprattutto in Asia.
Primi testi di rete e dispositivi 6G in Asia
Ad aprile di quest’anno, proprio in previsione del 6G, dal Giappone è arrivata la notizia che NTT DOCOMO, INC., NTT Corporation, NEC Corporation e Fujitsu, hanno sviluppato un dispositivo wireless in grado di effettuare trasmissioni ad altissima velocità a 100 Gbps nelle bande sub-terahertz a 100 GHz e 300 GHz.
Un dispositivo wireless con una velocità di trasferimento dati 10 volte più veloce al suo picco e 500 volte più veloce di uno smartphone 5G.
Di queste ore la notizia proveniente invece dalla Cina, che annuncerebbe il primo test sul campo per una rete 6G condotto da un team di ricercatori della Beijing University of Posts and Telecommunications.
Il test doveva dimostrare che la comunicazione semantica può raggiungere capacità di trasmissione 6G su preesistenti infrastrutture 4G, moltiplicandone capacità di copertura, velocità ed efficienza.
L’obiettivo dei cinesi è rendere commercializzabile la rete 6G entro il 2030, definendone gli standard già dal prossimo anno, al più nel 2026.
Entro la fine del decennio, secondo un altro rapporto, saranno più di 290 milioni le connessioni alla futura rete 6G, tutte attivate tra il 2029 ed il 2030.