ZTE tende la mano all’Italia e offre la sua massima apertura per superare la diffidenza nei confronti dei vendor cinesi di attrezzature 5G. Una diffidenza che circola anche in Italia, oltre che nella Ue, su pressing dell’amministrazione americana che accusa (senza prove concrete) i vendor cinesi di rappresentare la longa manus di Pechino pronti a spiare i paesi occidentali attraverso il 5G.
Accuse pesanti, rispedite al mittente da ZTE che ha organizzato una conferenza ad hoc intitolata ‘Perché avere paura del 5G? Quando la conoscenza crea valore’. All’evento ha preso parte un vasto numero di esponenti del mondo politico, imprenditoriale e scientifico.
ZTE, Hu Kun ‘Il nostro obiettivo è operare in Italia in totale trasparenza’
Dopo l’apertura dei lavori di Pietro Guindani, presidente di Asstel (ZTE è membro), è stata letta la lettera inviata a ZTE Italia, in occasione della Conferenza, da Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali e le autonomie, secondo cui il 5G dovrà servire a risolvere il problema del digital divide nel nostro paese e il Governo dovrà investire quote del Recovery Plan nella sua realizzazione.
Hu Kun, Western Europe President and Ceo ZTE Italia: “Noi vogliamo sostenere lo sviluppo del 5G in Italia con i nostri investimenti futuri per un miliardo e per nuove assunzioni nei prossimi 5 anni, dopo i 500 milioni già investiti su questo mercato”, ha detto Hu Kun, sottolineando la presenza di lunga data di ZTE nel nostro paese. ZTE Italia ha partecipato alle sperimentazioni 5G in Italia a Prato e a L’Aquila avviate dal Mise nell’ottobre 2017 e concluse a maggio con successo, condotte con successo insieme a WINDTRE e Open Fiber.
“…Crediamo fermamente nell’Italia e nei suoi giovani talenti…vogliamo cooperare con le università e lavoriamo nel paese in tutta trasparenza…con l’obiettivo di contribuire alla crescita del mercato italiano…”
— Raffaele Barberio (@rafbarberio) December 10, 2020
Hu Kun, President of Europee e CEO di ZTE Italia#ZTEItalia#5G pic.twitter.com/mg0aUo7CUT
“L’obiettivo di ZTE in Italia è quello di operare in nome della trasparenza e della affidabilità. Tutto il personale è impegnato in questo senso, ZTE dispone di certificazione anticorruzione ed è la prima del gruppo ad avere una certificazione di questo tipo”, ha aggiunto, ricordando le certificazioni ottenute dall’azienda nel Regno Unito.
ZTE usa sistemi di sicurezza e data protection all’avanguardia, “il nostro Cibersecurity lab a Roma è sotto il monitoraggio del CNIT”.
“Accogliamo con favore ogni richiesta regolatoria che possa arrivare dall’Italia”, aggiunge.
5G, Hu Kun (ZTE): ‘L’Italia non abusi del golden power’
Hu Kun dice poi che “è necessario che il golden power non venga abusato, in modo tale che la corretta concorrenza venga garantita in Italia”. In conclusione, ZTE vuole fortemente investire in Italia e vuole in ogni modo dimostrare la sua affidabilità.
Peng Aiguang (President of Europe and Americas Region ZTE): “Abbiamo un approccio aperto e trasparente in Italia, che rappresenta uno dei principali mercati di ZTE” pic.twitter.com/zq88EJWxeD
— Key4biz (@Key4biz) December 10, 2020
La posizione di Hu Kun viene poi ribadita da Peng Aiguang, Presidente Europe e America Region ZTE: “La tecnologia 5G è soltanto all’inizio, è per questo che ci possono essere dei dubbi fra le persone – ha detto – Ed è per questo che vogliamo aprire un dibattito aperto e trasparente con tutti gli stakeholder. In Italia vogliamo investire nelle nuove infrastrutture digitali, c’è un grande potenziale. Il 5G porterà grandi vantaggi agli italiani. Vogliamo che si sappia che noi sviluppiamo la tecnologia 5G secondo gli standard internazionali.
“…il 5G sarà un grande abilitatore di sviluppo del paese…è sbagliato aver timore di questa tecnologia…ci sono polemiche strumentali…le leggi italiane sono le più rigorose in Europa…”
— Raffaele Barberio (@rafbarberio) December 10, 2020
Alberto Calcagno, AD di Fastweb pic.twitter.com/6aiYTq7RKP
La videointervista.
5G, Peng Aiguang (ZTE): “Vogliamo un dibattito aperto e trasparente con tutti gli stakeholder”
Ambasciatore cinese rigetta le accuse di spionaggio
Li Junhua, Ambasciatore cinese in Italia, ha detto che “…La Cina è fortemente impegnata nella governace dei dati di tutti…Il problema è comune. La Cina invita il governo italiano a partecipare a questo progetto internazionale per promuovere insieme la protezione dei dati..”.
Li Junhua, ambasciatore cinese in Italia: “Rigettiamo gli attacchi su #5G, che non può essere politicizzato, non ci sono prove dell’insicurezza né backdoor. Occorre creare un ecosistema per far scegliere in libertà società e cittadini” pic.twitter.com/AXcwPCSCh7
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Insomma, chiara la posizione delle autorità cinesi, che rispediscono al mittente le accuse di spionaggio. Tanto più che non c’è alcuna prova a sostegno di queste accuse, diffuse soprattutto dagli Usa.
“…Sul 5G l’Italia si candida a livello europeo, sia per i servizi mobili, sia per la posa della fibra…dobbiamo sostenere il cambiamento e sollecitare ogni progresso nel settore…”
— Raffaele Barberio (@rafbarberio) December 10, 2020
Mirella Liuzzi, Sottosegretario allo Sviluppo Economico pic.twitter.com/QugdUJ16kZ
Massimo D’Alema, ‘L’Europa faccia da ponte fra Usa e Cina’
Massimo D’Alema, già premier e presidente dell’associazione Italianieuropei, ha dato poi la sua visione delle cose, dal punto di vista geopolitico, con un intervento di grande visione. “Ringrazio ZTE per gli investimenti che ha fatto e che prevede di fare in Italia – ha detto D’Alema – investimenti importanti per l’occupazione e la collaborazione scientifica”.
Ma ci sono grandi ostacoli politici per le aziende cinesi, definite come un pericolo per gli Usa dalla FCC (Federal Communication Commission) americana. “Considero queste posizioni strumentali – dice – un modo di portare l’attenzione su pretese questioni di sicurezza”.
Massimo D’Alema: “Non a rischio #sicurezzanazionale per chi utilizza dispositivi di società #tlc cinesi. L’atteggiamento USA è una sfida per la supremazia tecnologica mondiale. Occidente non può considerare Cina una minaccia, esistono strumenti per verificare sicurezza reti” #5G pic.twitter.com/p40PafKmPt
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L’uso di tecnologie cinesi, secondo D’Alema, non compromette la sicurezza. In realtà secondo D’Alema la Cina è vista come un grande competitore tecnologico, ma “non può essere vista come una minaccia per l’occidente”.
“Necessario cooperare, confrontarsi, condividere…il 5G connetterà le cose e darà servizi inediti…Gli Usa vi considerano nemici, ma pare un’accusa solo strumentale, i dati sono protetti in altro modo…”
— Raffaele Barberio (@rafbarberio) December 10, 2020
Massimo D’Alema, presidente Italiani Europei#ZTEItalia#5G pic.twitter.com/nwhMLqTrqB
Se nel breve l’atteggiamento degli Usa, pur con il cambio alla Casa Bianca, resterà presumibilmente invariato, nel lungo periodo le cose potrebbero cambiare grazie al ruolo di mediazione della Ue. Secondo D’Alema, con Joe Biden ci sarà una novità nell’amministrazione Biden, con un ritorno al multilateralismo: riprenderanno i rapporti diplomatici fra usa ed Europa. La Ue potrà quindi “fare da ponte” fra Washington e Pechino. Un’occasione da non perdere,
Adolfo Urso (Copasir) ‘Cambiare la legge cinese’
Che cosa può fare Zte per dare maggiori garanzie all’Italia? A rispondere è stato Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir e senatore di Fratelli d’Italia. “Cambiare le leggi cinesi”, ha detto Urso, ricordando “che in Cina gli organi dello Stato e le stesse strutture di intelligence possono fare pieno affidamento sulla collaborazione di cittadini e imprese, e ciò sulla base di specifiche disposizioni legislative”.
“…Per superare i conflitti tra noi e la Cina sulla tecnologia, la Cina deve cambiare la legislazione cinese…personalmente sono ben disposto specialmente verso ZTE che fa grande trasparenza nella propria attività…”
— Raffaele Barberio (@rafbarberio) December 10, 2020
Adolfo Urso, Vicepresidente del Copasir pic.twitter.com/tD8K87aAxZ
5G, Blefari Melazzi (CNIT) ‘Paure ingiustificate’
La voce della scienza rappresentata da Nicola Blefari Melazzi, direttore del CNIT, che ricorda come l’avvento d nuove tecnologie sia sempre stato fonte di timori per l’opinione pubblica, come ai tempi dell’arrivo dell’elettricità. Nel caso del 5G, forse le paure sono legate all’uso della parola “radiazioni”. “Perché si ha paura del 5G e non delle precedenti generazioni 2G, 3G, e 4G che usano frequenze contigue al 5G? – domanda Blefari Melazzi – Perché si ha paura delle antenne e non degli smartphone? Le soglie di emissione elettromagnetiche non cambiano con il 5G e in Italia sono fra le più basse in Europa”.
Il prof. Nicola Blefari Melazzi alla Conferenza su #5G organizzata da @ZTEItalia: “Ogni tecnologia emergente ha scatenato paure, poi risultate infondate. Più antenne 5G si installano meno sono le emissioni”. pic.twitter.com/ArYHmMSjZY
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La videointervista ad Alessio De Sio (ZTE Italia): “Siamo aperti, trasparenti ed affidabili”
Per approfondire:
ZTE ‘Perché avere paura del 5G? Quando la conoscenza crea valore’. Live conference del 10 dicembre
Alessio De Sio (ZTE): “Con il 5G reti sicure, affidabili, trasparenti e performanti”
5G Italy, Hu Kun (ZTE): ‘Investiremo un miliardo in Italia nei prossimi 5 anni’