Diversi stati membri della Ue, fra cui anche big come Germania e Francia che sono ancora in fase di consultazione, sono in ritardo con l’assegnazione dello spettro radio per il 5G. L’Italia questa volta è più che in regola, ma in generale i governi di troppi paesi europei se la stanno prendendo troppo comoda nel fissare l’asta. E’ quanto emerge dal Rapporto trimestrale dell’Osservatorio 5G della Commissione Ue, realizzato da Idate (scarica il Pdf) che restituisce un quadro frammentato nello stato di avanzamento delle procedure sul 5G.
Eppure, “Il 5G è il collante che tiene insieme diverse tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e l’HPC (High Performance Computing) e che apre la strada alle vere applicazioni. Ma perché il 5G diventi un successo in Europa è necessario che le frequenze siano assegnate in tempi stretti. E’ quindi necessario che tutti i soggetti coinvolti (Governi e Autorità ndr) assegnino al più presto lo spettro”. Questo l’appello in occasione della Conferenza Europea sul 5G di tenutasi a Bruxelles di Roberto Viola, Direttore Generale della DG Connect della Commissione Europea, ai diversi stati europei che non hanno ancora provveduto a pianificare la gara per l’assegnazione delle frequenze, in seguito agli obblighi legali fissati nel 2018.
Viola ha dovuto prendere atto che diversi paesi della Ue sono ancora indietro nel processo di allocazione, alcuni ancora fermi allo stadio di consultazione pubblica e altri ancora bloccati da dispute legali.
#5G is the glue that keeps other technologies such as #AI or #HPC together and enables real applications.
To make 5G a success in Europe 🇪🇺, however, I urge all players to assign the necessary frequencies. #EU5GConf pic.twitter.com/DTeBzZa01b
— Roberto Viola (@ViolaRoberto) 23 gennaio 2019
In alcuni stati membri non è ancora stata nemmeno fissata una data certa per l’asta 5G, il che preoccupa non poco la Commissione che ha fissato una roadmap stringente sulla liberazione dello spettro necessario per promuovere nuove soluzioni AI, HPC e blockchain. Arrivare primi con il lancio commerciale delle nuove reti non è fondamentale, anche perché altri (Cina, Usa e Corea del Sud) sono in vantaggio nella tabella di marcia, però alcuni segmenti dell’ecosistema – ad esempio i sistemi di trasporto intelligente – vedono la Ue in prima fila e perdere il vantaggio sarebbe uno spreco.
Il report dell’Osservatorio 5G della Ue della Commissione parla chiaro: da un lato, la fase di test del 5G è ben avviata in Europa, con 138 trial avviati (l’Italia con la Spagna è il paese che ne conta di più). Ma sul fronte dell’assegnazione delle risorse spettrali siamo più indietro. Sono 11 gli stati membri dove c’è stata almeno una prima assegnazione di frequenze.