Dopo le polemiche degli ultimi giorni sullo studio commissionato dalla Regione Toscana per verificare i livelli di emissione elettromagnetica in 6 città, arriva oggi la replica dell’assessore all’Ambiente Simone Bezzini, che minimizza. Di fatto, quello che emerge è che la Regione non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro, diversamente da quanto richiesto fra gli altri dal commissario Agcom Antonello Giacomelli, con una lettera aperta pubblicata sul Foglio.
Giacomelli (Agcom): ‘Studio regionale inopportuno’
Secondo Giacomelli la delibera regionale mostra più profili di “inopportunità”, tanto per cominciare per il Codice di comunicazione, che già prevede il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche su ogni singolo impianto del 5G, già oggi Arpat se ne occupa, “che senso ha spendere altri soldi pubblici per questo scopo?”. Inoltre è il messaggio che un atto del genere offre, a preoccupare Giacomelli, che ha anche contattato il presidente della Regione Eugenio Giani per chiedere un ripensamento: “Ho il fondato timore che ogni sindaco ora possa esitare di fronte all’autorizzazioni di un nuovo impianto con questa ricerca regionale in corso”.
Pomo della discordia
Pomo della discordia la decisione della Regione Toscana che ha autorizzato, attraverso una delibera, uno studio sugli effetti sulla salute provocati dal 5G, la quinta generazione della rete mobile dei cellulari. La ricerca è stata commissionata a Ars e Arpat e ha l’obiettivo di analizzare i rischi che il 5G può avere sulla salute dell’uomo in sole 6 città.
La replica dell’assessore Bizzini: ‘È consuetudine che Arpat e Ars facciano ricerche’
Il provvedimento ha suscitato reazioni rispetto alle quali oggi l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini, rispondendo ai giornalisti, ha detto: “C’è un’enfasi eccessiva. È consuetudine che Arpat e Ars facciano ricerche, analisi, studi sugli aspetti ambientali, connessi alla salute”. Bezzini ha spiegato che “la Regione Toscana vuole investire sulla connettività, portare avanti il 5G e tutto ciò accompagnato da sistemi di monitoraggio che Arpat e Ars implementeranno nelle prossime settimane, mesi. Credo che ci sia un’enfatizzazione eccessiva”.