Analisi

5G standalone, Europa ancora indietro rincorre Usa e Cina

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La lenta implementazione della rete 5G su vasta scala sta frenando l'Europa, mentre Cina e Stati Uniti procedono a passo spedito.

Se vedi l’icona 5G sul tuo smartphone, in realtà non è così. Molti cittadini europei pensano di navigare in 5G ma in realtà non è così, anche se lo smartphone te lo fa credere con l’icona. In realtà, per lo più stanno navigando con un 4G potenziato, che però non è il vero 5G. Lo scrive Politico, citando alcuni dati, secondo cui soltanto il 2% dei cittadini europei starebbe navigando oggi con il vero 5G, quello denominato tecnicamente 5G standalone.

Mancanza del 5G standalone danno economico per la Ue

La mancanza del 5G standalone e i suoi ritardi rischiano di creare un grosso gap in Europa dal punto di vista dell’innovazione e dei servizi per l’industria, con grave danno per gli investimenti e la capacità di attrarre business dall’estero. Un ritardo che allontana la Ue da usa e Cina, che al contrario sono andati avanti con il 5G standalone.

Tutti i servizi più sofisticati come la telemedicina, la guida autonoma, la robotica di precisione si fondano su connessioni 5G standalone, che promettono tempi di latenza nell’ordine del millisecondo.

L’automazione delle fabbriche, degli impianti di produzione e dell’industria non può progredire senza 5G standalone.

Gli impianti ultra-connessi e pieni di robot sono ancora di là da venire in Europa, in parte perché gli operatori non hanno completamente aggiornato le reti, soprattutto fino alle core networks, allo standard 5G standalone.

Europa in ritardo sul 5G SA

Connect Europe ha stimato che solo il 40% della popolazione europea era coperto da 5G standalone entro la fine dell’anno scorso, dietro al Nord America (91 percento) e all’Asia-Pacifico (45%).

Ma Ookla, che è dietro lo strumento online Speedtest, ha analizzato i dati e ha scoperto che meno del 2% degli europei si connette effettivamente oggi.

5G non-standalone (NSA) — che la maggior parte degli europei ha oggi a disposizione — è come mettere un motore turbo in una vecchia auto. Aumenta la velocità, ma si basa ancora sulla precedente infrastruttura 4G.

5G standalone, d’altro canto, è come costruire un nuovo sistema ferroviario ad alta velocità da zero. Richiede tempo e denaro per ottimizzare e aggiornare l’intera rete.

Regolazione nel mirino delle telco Ue

Da anni i principali player della industry, a partire dalla GSMA, mettono nel mirino il panorama normativo, la frammentazione del mercato e la politica restrittiva sulle fusioni.

Non c’è il ritorno sul capitale necessario per investire ulteriormente nelle nuove reti. Questo è il problema principale. Nel frattempo, la Cina, in vece, con più del doppio dei robot nelle sue fabbriche rispetto all’UE, ha reso il 5G autonomo una priorità politica.

Il paese ha una base enorme di aziende che utilizzano il 5G SA in un contesto manifatturiero per una latenza molto, molto bassa.

Anche l’India sta prosperando, guidata dal suo più grande operatore Reliance Jio, che ha superato la fase non autonoma e ha implementato un’infrastruttura autonoma sin dal primo giorno.

Ma non tutte le speranze sono perse per il vecchio continente, come ha sottolineato Ookla. La fibra è particolarmente importante in termini di competitività e, a questo proposito, l’Europa sta andando bene. Ma bisogna investire. In attesa di nuovi casi d’uso che spingano anche il 5G.

Benvenuti a Telecommunications of the Future by 5GItaly

Di questo e di altro si parlerà ampiamente alla prossima edizione del convegno promosso dal CNIT Telecommunications of the Future by 5GItaly, che si terrà il prossimo 9 aprile a Roma.

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