Quando arriverà davvero il 5G? Le stime che circolano parlano del 2019-2020, ma in realtà il nuovo standard potrebbe materializzarsi sul serio non prima del 2023-2025. Uno scenario conservativo, delineato da Quah Mei Lee, industry principal di Frost & Sullivan, che di fatto dà voce all’ala più scettica della industry, che prevede tempi più dilatati per l’avvento concreto del 5G sul mercato.
Mentre il mercato e i media danno conto con dovizia di dettagli dei piani dei vendor e degli operatori, che sembrano ansiosi di accelerare la corsa al 5G, secondo l’analista la realtà è un po’ diversa, a partire dal mercato che conosce meglio, quello dell’Asia Pacifica, dove gli operatori scommettono sul successo del 5G nelle grandi economie dell’area, a partire da Corea del Sud e Giappone, ma anche in alcuni paesi in via di sviluppo, Cina e India in testa.
In questi paesi la spinta alla rapida realizzazione dei nuovi network è forte: per questo i governi locali sostengono gli operatori, fiduciosi nel fatto che la domanda dei consumer ripagherà in tempi ragionevoli gli investimenti. Le spinte maggiori per la corsa al 5G sono la fiducia nella crescita economica e nella trasformazione digitale dell’economia.
Dal canto loro però gli operatori hanno un punto di vista differente. Vedono mercati già saturi, concorrenza crescente, ricavi e profitti in calo soprattutto nei loro business tradizionali. Molti operatori sono sotto pressione e cercano in tutti i modi di ridurre i costi e puntano su nuovi servizi per compensare il calo del business tradizionale. Per le telco è fondamentale spingere un cambio profondo delle architetture di rete con il 5G, il nuovo standard che renderà più veloce il passaggio verso nuove reti distribuite, nativamente in cloud.
Il 5G offre latenze inferiori al millisecondo e una maggior ampiezza di banda, le reti mobili potranno in futuro guadagnare in capacità e rapidità combinandosi con la fibra, riacquistando così competitività. Detto questo, giustificare gli ingenti investimenti per il 5G non è semplice per le telco, ed è ancor più difficile nei paesi in via di sviluppo dove la domanda per i nuovi servizi è limitata.
Un altro nodo riguarda le reti. Rendere compatibile il 5g con le reti esistenti (2G, 3G, 4G) non è una passeggiata, tanto più che mentre arriveranno le nuove reti e i nuovi servizi gli operatori dovranno gestire la migrazione dei clienti sulla nuova piattaforma.
Il 5G imporrà agli operatori di programmare la giusta diversificazione dei siti degli impianti e un utilizzo più efficiente dello spettro e degli asset. Gli operatori, soprattutto nei paesi in via di sviluppo (ma non solo) dovranno considerare l’opzione del network sharing e della condivisione dello spettro per lanciare il 5G. Di conseguenza, i regolatori dovranno regolare tutto ciò, per permettere una più rapida introduzione del 5G sul mercato.
E’ altamente plausibile che alcuni operatori decidano di disinvestire dalle reti per concentrarsi soltanto sui servizi.
Il 5G farà crescere e migliorare la velocità della Rete abbassando nel contempo il costo dei dati. L’intera industry delle Tlc subirà profondi mutamenti, con l’emergere di nuovi mercati. Resta il nodo della fattibilità e gli operatori dovranno capire come sarà meglio muoversi, se da soli o con un approccio combinato.