L’Europa vuole essere protagonista nel 5G, la tecnologia mobile di prossima generazione, che non renderà solo le comunicazioni più veloci ma sosterrà anche lo sviluppo di nuove funzioni e applicazioni ad alto valore sociale ed economico.
Per l’Europa si tratta di un’occasione da non perdere per riafferrare quella leadership globale nelle reti mobili persa con il 4G, dopo i fasti del 2G e del 3G, ma per vincere la sfida bisogna muoversi di concerto con le altre principali economie mondiali, Cina e Usa in primis.
Sulla collaborazione con la Cina, in particolare, punta Roberto Viola, nuovo Direttore Generale della DG Connect della Commissione Ue ed ex segretario generale Agcom: con Pechino “…ci si aspetta che si possa arrivare a una dichiarazione congiunta sulla cooperazione sul 5G”, ha dichiarato all’Ansa Viola, ricordando che il Commissario per la Digital Economy, Gunther Oettinger sarà a Pechino la fine di settembre.
Una dichiarazione congiunta sulla cooperazione sul 5G con la Cina, afferma Viola, sarebbe un “risultato importante che afferma la nostra volontà che l’Europa debba essere protagonista nel 5G insieme a tutti i partner che riusciamo a stabilire nel mondo”.
L’unione, insomma, fa la forza e si guarda alla Cina, come si guarda agli Usa – dove Oettinger si recherà qualche giorno prima della missione cinese – tenendo ben presente che l’Europa non intende essere subalterna alle altre economie ma punta a “vere collaborazioni su piani realmente paritari”, come quelle strette con la Corea del Sud e col Giappone.
Quella della collaborazione con la Cina sul 5G è una strada privilegiata, che “aprirà le porte sia per l’industria cinese che europea a mercati più grandi e più ricchi creando le condizioni per investire di più nelle rispettive economie digitali” ha dichiarato Luigi Gambardella, Presidente di ChinaEU.
ChinaEU, la piattaforma ICT tra Cina ed Europa, ritiene infatti che lo sviluppo di una strategia di cooperazione tra i due giganti del mercato mobile possa essere la chiave di volta per una crescita omogenea, una velocità della rete sostanzialmente aumentata e la diffusione a macchia d’olio della fibra ottica.
“Vediamo un grande interesse da entrambe le parti di rafforzare la cooperazione in settori quali Internet, telecomunicazioni e high tech. ChinaEU ha infatti l’obiettivo di sostenere il processo di standardizzazione del 5G oltre all’armonizzazione dello spettro radio, mettendo insieme le istituzioni politiche e i principali produttori di entrambe le regioni per raggiungere questo obiettivo comune” aggiunge Gambardella.
Come ha dichiarato al nostro giornale Sergio Boccadutri, Coordinatore Area Innovazione del Pd, l’obiettivo di rafforzare l’asse delle cooperazioni internazionali per lo sviluppo delle tecnologie mobili di prossima generazione “segna un deciso cambio di passo e velocizza il processo di standardizzazione del 5G, che rischiava di essere compromesso proprio dai diversi approcci degli stakeholder di Europa e Asia”.
“Lavorare su una posizione comune – ha aggiunto Boccadutri – aumenterà le opportunità di business per i produttori di tecnologie legate a Internet delle Cose, in un mercato effettivamente globale senza colli di bottiglia dovute ad architetture diverse e nel segno di una maggiore interoperabilità”.
Quanto all’Italia, “…se ne discute ancora troppo poco sebbene abbiamo un’industry assolutamente all’altezza della sfida non solo a livello di prodotti ma anche di strategia industriale” ha concluso Boccadutri.
A proposito di spettro radio – una risorsa il cui utilizzo ottimale è essenziale per vincere la corsa verso il 5G – gli Stati europei hanno finora dato prova di un certo egoismo, opponendosi alla revisione delle regole per non cederne la gestione alla Commissione.
Il punto chiave è che se non si lavora insieme, la Ue con le altre economie e gli Stati membri tra loro, a pagare il prezzo delle esasperate “gelosie e questioni di bottega”, come Viola ha definito le ‘divergenze‘ sulla gestione dello spettro in seno agli Stati Ue, sarà l’Europa a pagare il prezzo più alto in termini di ulteriore recessione economica e sociale.
Ma, ha assicurato sempre Viola, la Commissione intende “tornare alla carica” per far valere le ragioni di un uso armonizzato delle frequenze.
Il fatto che l’Europa punti a una collaborazione con la Cina è “un’ottima notizia”, ha dichiarato a Key4biz il commissario Agcom Antonio Nicita, “perché l’accordo con la Cina – ha aggiunto – è strategico per l’affermazione di standard nelle nuove complesse architetture che caratterizzeranno l’ecosistema 5G, fondato sulla valorizzazione dello spettro e della interoperabilità. L’Europa potrà giocare un rilevante ruolo per conseguire una leadership mondiale su tutte le applicazioni e le architetture innovative nel mondo 5G”.
“E’ anche il riconoscimento dell’importante lavoro svolto dalla Commissione europea sul tema della liberalizzazione e dell’armonizzazione dello spettro per la comunicazione tra le persone e tra gli oggetti connessi”, ha detto Ancora Nicita, sottolineando altresì come “…l’Italia negli ultimi anni, con un intelligente coordinamento Agcom-Mise, ha seguito prontamente e talvolta anticipato questi processi, come nel caso della banda 800, della banda L, delle sperimentazioni sulla banda 2.3 Ghz e, entro qualche mese, con l’assegnazione della banda 3.6-3,8 Ghz. Ciò permetterà importanti passi in avanti”.
“In Italia – ha concluso Nicita – sono presenti importanti iniziative industriali focalizzate sullo sviluppo non solo dei modelli di business fondati sull’architettura 5G, ma anche delle piattaforme tecnologiche ai vari livelli e che potranno avere ricadute molto rilevanti anche grazie a questo accordo”.
Il tema dello sviluppo e delle prospettive industriali del 5G è stato al centro di un recente evento dal titolo “5G opportunità per il nostro Paese. Riflessioni per nuove policy di governo e crescita” che si è tenuto alla Camera a luglio.