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5G, Pompeo in pressing su Conte che su Huawei e ZTE rassicura gli Usa

Italy's Prime Minister Giuseppe Conte (R) greets US Secretary of State Mike Pompeo upon his arrival for their meeting on October 1, 2019 at Palazzo Chigi in Rome, at the start of Pompeo's four-nation tour of Europe. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

5G, sicurezza delle reti, fornitori cinesi (Huawei e ZTE) fra i principali temi dell’incontro fra Mike Pompeo, Segretario di Sato Usa in vista a Roma, e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Come ampiamente prevedibile, il capo della diplomazia americana ha reiterato di persona le preoccupazioni dell’amministrazione Trump nei confronti delle tecnologie cinesi utilizzate per la realizzazione dei nuovi network 5G. La risposta di Conte è stata, per quanto possibile, tranquillizzante. Il premier ha ricordato l’impegno dell’Italia sul fronte normativo destinato a proteggere le infrastrutture critiche per la sicurezza nazionale, come le reti di telecomunicazione, inteso come “perimetro cibernetico” nazionale, a garanzia del nostro paese e di tutti gli alleati.

Non sembra affatto un caso che ieri mattina Conte abbia fatto visita al laboratorio 5G di Ericsson, nella sede genovese degli Erzelli. Il produttore svedese è la prima alternativa (europea) ai concorrenti cinesi (Huawei e ZTE) nella fornitura delle attrezzature di rete 5G considerate sensibili dagli Usa.

“Io sono anche il responsabile dei servizi di sicurezza dello Stato e la tutela delle nostre infrastrutture strategiche è una cosa che non mi fa dormire la notte”, ha detto Conte a margine della sua visita in Ericsson.

Il presidente del Consiglio si trova da tempo in posizione di mediatore fra le preoccupazioni americane per il potenziale rischio cyberspionaggio cinese attraverso il 5G e le legittime richieste delle aziende e delle telco che operano in Italia di poter utilizzare le tecnologie cinesi, presenti peraltro nella gran parte di tutte le reti Tlc di generazione precedente (3G, 4G) nel nostro paese.

La visita di Conte ad Ericsson rappresenta tuttavia un segnale chiaro dell’apertura simbolica del nostro paese a fornitori più graditi agli Usa.

In occasione dell’incontro fra Pompeo e Conte a Palazzo Chigi, sono stati forniti al capo della diplomazia americana dettagli sul decreto legge sul “perimetro di sicurezza nazionale cibernetica” da poco varato, che ieri ha cominciato il suo iter parlamentare, e che proprio nel 5G e nei poteri speciali (golden power) affidati al premier in materia di attrezzature 5G provenienti da fornitori extra Ue ha una delle sue principali novità. Una norma che non è presente in altri paesi come la Germania, dove (come in Italia) si testano reti 5G con tecnologia cinese Huawei e ZTE.

In futuro, sarà la presidenza del Consiglio ad avere facoltà di sostituire o bloccare le parti dell’infrastruttura che “risultano gravemente inadeguate sul piano della sicurezza”. Il golden power sulle telco è stato peraltro il primo atto del Governo Conte all’atto del suo insediamento.

Resta da capire se le rassicurazioni di Conte a Pompeo saranno state sufficienti.

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