Il ritmo di copertura 5G nei paesi della Ue è mediamente troppo lento. La corsa al primato globale ci vede indietro e sarà difficile che le cose cambino senza un deciso intervento della Commissione in ottica pro-investimenti. E’ quanto ripete la GSMA in un report (2022 Mobile Economy Report for Europe) in vista del prossimo Mobile World Congress (MWC), che si terrà a Barcellona dal 27 febbraio al 2 marzo 2023, nel quale l’associazione che riunisce i principali operatori globali scrive nero su bianco che gli obiettivi di copertura ultrabroadband fissati per il 2030 non saranno mantenuti a meno che non vi sia una netta accelerazione della diffusione del 5G.
Scarica il Report in PDF: The Mobile Economy 2022
Obiettivi Ue al 2030 a rischio
Ma quali sono questi obiettivi? Lo scorso anno la Commissione Ue ha fissato una serie di milestones in termini di coperture, digital skills, trasformazione digitale del business, infrastrutture sostenibili, digitalizzazione dei servizi pubblici al 2030 nel cosiddetto Digital Compass.
Leggi anche: Commissione Ue, fibra FTTH o FTTB in tutte le case europee entro il 2030
Per allora, Tutte le zone abitate dovrebbero essere coperte dal 5G.
5G, adozione nella Ue al 44% nel 2025. Ma non basta
In termini di progresso del 5G, la GSMA cita un altro dei suoi rapporti in cui si afferma che alla fine di giugno 2022 108 operatori in 34 mercati in tutta Europa avevano lanciato servizi commerciali 5G, mentre l’adozione da parte dei consumatori era al 6% della base di clienti mobili. La Norvegia ha registrato una tendenza al di sopra della media, con il 16% dei suoi cittadini che utilizza il 5G, seguita da Svizzera (14%), Finlandia (13%), Regno Unito (11%) e Germania (10%). Il rapporto prevede che entro il 2025 l’adozione media del 5G in tutta Europa sarà del 44%.
Buone notizie? No, dice la GSMA, perché a quel punto si prevede che la Corea del Sud raggiungerà il 73%, mentre è probabile che Giappone e Stati Uniti raggiungeranno il 68% di adozione. Concreatamente, questo è un problema perché l’Europa rimarrà indietro in termini di “digitalizzazione” delle sue economie e ciò significa che l’industria e la produzione saranno meno competitive.
Le proposte della GSMA
Bene, ma cosa sta suggerendo di fare al riguardo la GSMA? L’associazione vuole che i responsabili politici “creino le condizioni giuste” per gli investimenti in infrastrutture private, la modernizzazione delle reti e l’innovazione digitale. Come? Agevolazioni fiscali per le società di telecomunicazioni, come da più parti suggerito.
Tassare o non tassare le Big Tech?
“L’Europa sta adottando il 5G più velocemente che mai, ma è necessaria una maggiore attenzione alla creazione delle giuste condizioni di mercato per gli investimenti infrastrutturali per stare al passo con gli altri mercati mondiali. Ciò dovrebbe includere l’attuazione del principio del contributo equo ai costi di rete”, ha detto Daniel Pataki, vicepresidente GSMA per le politiche e la regolamentazione e capo dell’Europa. Vedremo a questo punto se davvero Bruxelles vorrà intervenire con una tassa sulle Big tech, come ventilato negli ultimi tempi. Una mossa la cui efficacia in termini di copertura e raggiungimento degli obiettivi del Digital Compass è tutta da verificare, a meno che eventuali entrate non vengano vincolate appunto al rollout delle nuove reti.
Leggi anche: 16 Tlc europee chiedono alle Big Tech la condivisione dei costi per fibra e 5G. La lettera
Contribuire ai costi delle reti Ue? Arriva il ‘niet’ di Google