Il parere

5G negli Usa, Tom Wheeler (ex presidente FCC) ‘benedice’ l’ipotesi rete unica

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Tom Wheeler, ex presidente della Federal Communication Commission, si esprime a favore del progetto di una rete delle reti 5G negli Usa.

Tom Wheeler, ex presidente della FCC (Federal Communication Commission) americana sotto la presidenza Obama (oggi Visiting Fellow – Governance Studies, Center for Technology Innovation), dice la sua sull’annuncio del mega merger fra Sprint e T-Mobile, il terzo e quarto operatore mobile negli Usa, che a suo avviso rischia di tradursi in danno per i consumatori. L’ex presidente della FCC, in una lunga audio intervista sul sito Brookings.edu, dice la sua anche sulla recente proposta, accantonata da Trump, di realizzare una rete unica 5G di Stato negli Usa e sulle prospettive future del 5G in America.

“La concorrenza fra 4 grandi operatori di telecomunicazioni negli Usa ha finora portato grandi benefici ai consumatori, con un calo dei prezzi del 13% soltanto nel 2017 – ha detto Wheeler – T-Mobile e Sprint sostengono che la fusione semplificherebbe la realizzazione di una rete 5G nel paese”, potenziando così il ruolo degli Usa nella corsa globale al 5G per chiudere il gap con la Cina. “Un argomento alquanto creativo”, avanzato dai due operatori per superare le resistenze dell’amministrazione Trump nei confronti della fusione, che in passato è già stata bocciata due volte dalle autorità antitrust americane, contrarie al passaggio da 4 a 3 operatori nell’arena del mobile.

Il 5G rappresenta certamente l’unico argomento nuovo per convincere le autorità Usa a dare disco verde alla mega fusione fra T-Mobile e Sprint.  Il problema però è che in passato le due aziende avevano detto che sarebbero state fra loro concorrenti nella realizzazione di nuove reti 5G.

La carta della sicurezza nazionale anti Cina come argomento per promuovere la fusione potrebbe però rivelarsi un boomerang per i due operatori, visto che l’amministrazione Trump ha già vagliato l’ipotesi di creare una rete nazionale 5G, controllata dallo Stato. “Un’ipotesi vagliata dall’amministrazione Trump senza per questo diminuire il numero di player nell’arena del mobile e pesare così sui consumatori americani”, aggiunge Wheeler. Qualche mese fa un report condotto dal National Security Council concludeva che, per ragioni di sicurezza nazionale, il Governo dovrebbe realizzare una rete unica 5G a prova di cybercrime.

“Una rete delle reti, condivisa da tutti gli operatori, controllata dal Governo”, ricorda Wheeler, secondo cui il vantaggio potenziale di un’operazione del genere risederebbe nel fatto che gli operatori potrebbero avere più fondi per costruire una rete 5G più velocemente e disponibile in tutto il territorio nazionale. Un unico network condiviso a livello nazionale, di proprietà pubblica, senza la duplicazione delle reti e degli investimenti.

Una soluzione quindi più economica, secondo Wheeler, quanto meno grazie alla realizzazione di un backbone (una dorsale ndr) infrastrutturale comune su cui poi realizzare i servizi 5G. L’idea di una rete condivisa “non è una novità” nelle telecomunicazioni americane, aggiunge Wheeler, ricordando lo scenario degli anni ’90 quando il duopolio di At&t e Verizon fu rotto dall’ingresso sul mercato di nuovi player, che condividendo in larga misura i costi per le reti, promossero la concorrenza sul fronte dei servizi. La condivisone degli investimenti per una rete unica 5G “sarebbe una buona soluzione anche oggi”, dice chiaramente Wheeler.

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