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5G, Verticals e frequenze locali dimenticati dal PNRR?

5G_agricoltura

Cambiamenti sostanziali per quanto riguarda il 5G nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il Governo ha apportato alcune modifiche assai rilevanti nella versione del documento inviata sabato 25 aprile al Parlamento rispetto all’ultima bozza del 24 aprile. Ma, al di là delle aggiunte che sono state fatte e che ampliano il ruolo di copertura del 5G, resta una considerazione di fondo.

Anche nella versione del PNRR inviata al Parlamento, continuano a mancare due elementi strategici importanti. Si tratta dei Vertical, o mercati verticali, e delle frequenze. Due elementi centrali per lo sviluppo del 5G che non vengono mai nominati nel PNRR a proposito del 5G. Sembra che il 5G sia considerato soltanto come una tecnologia di copertura. Sparisce tutta la strategia del 5G per le imprese e i Vertical in questo PNRR.

E’ cambiata la visione del 5G?

Perché questo cambiamento?

Il Governo Draghi se li è forse dimenticati?

O vuole esplicitarli altrove?

Il 5G è visto in questo momento eminentemente come tecnologia a integrazione della fibra, per la copertura del paese?

E tutto il lavoro fatto in precedenza sui Vertical?

Non erano le imprese, il segmento Enterprise e Pmi, i primi destinatari e beneficiari del 5G, rispetto al segmento Consumer?

5G, quale strategia del Governo Draghi?

E’ una questione strategica importante che andrà certamente chiarita. Ma andiamo con ordine. Il Governo ha apportato alcune aggiunte rilevati nel PNRR inviato in Parlamento, come dimostra lo screenshot qui sotto dove è cerchiata la parte aggiunta in zona Cesarini dall’Esecutivo prima della conferenza stampa di Mario Draghi. La declinazione dei fondi assegnati a banda ultralarga e 5G nel PNRR, pari a 6,31 miliardi di euro, è esplicitata a pagina 140 del documento.

5G, evidenziata la parte del PNRR aggiunta in zona Cesarini rispetto alla bozza del 24 aprile

Incentivi per il 5G, e le imprese?

Spicca in particolare la novità degli incentivi per il 5G nelle aree a fallimento di mercato (Piano “Italia 5G”), destinato alle zone del paese “dove sono state sviluppate soltanto reti mobili 3G” e “non è pianificato lo sviluppo di reti mobili 4G o 5G nei prossimi tre anni, o vi sono reti 4G che non garantiscono una performance adeguata”. Il Governo opportunamente specifica poi che “Gli interventi previsti sono complementari (e non sostitutivi) rispetto alle concessioni approvate nelle aree bianche (gare Infratel assegnate a Open Fiber ndr) (o con bandi 5G, l’asta 5G del 2018 ndr) e consentono di attivare ulteriori (e non ancora previsti) investimenti da parte degli operatori privati”.

C’è da dire che, come ha detto Mirella Liuzzi, deputata del M5S già Sottosegretario al Mise nel Conte 2 a Key4biz, gli operatori che si sono assicurati le frequenze 5G all’asta di tre anni fa hanno già degli obblighi cogenti di copertura.

I fondi pubblici, poi, potranno andare soltanto nelle aree dove nessun operatore vuole investire con fondi privati.

Leggi anche: PNRR, Liuzzi (M5S) ‘Ma cosa pensa il Governo Draghi della rete unica?’

Gestione spettro, 3G in fase di spegnimento

Un altro aspetto riguarda in generale la gestione dello spettro radio: è in corso proprio in queste settimane nel nostro paese lo spegnimento delle frequenze 3G per fine servizio da parte degli operatori. Aumentano quindi le aree del paese potenzialmente papabili per il 5G come upgrade di copertura.

Quello che spicca però nel PNRR inviato al Parlamento è la mancanza di alcun accenno ai Vertical e al ruolo centrale del 5G per le imprese: eppure, il 5G è da sempre considerato prima di tutto una leva fondamentale per le aziende, la telemedicina, l’agricoltura di precisione, la gestione delle smart city.  

Qualcosa è cambiato? 

Non c’è traccia, infine, di alcun riferimento all’utilizzo futuro di nuove frequenze radio per lo sviluppo del 5G o di usi locali che potrebbero spingere lo sviluppo di nuovi utilizzi privati dello spettro, sul modello tedesco.

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