Il business del futuro delle Tlc, e non solo di quelle, chiede spazio e attenzione alla politica europea e ai regolatori Ue. L’obiettivo è non perdere il treno del nuovo mondo del 5G, del M2M e dell’Internet of Things. Miliardi di oggetti, che nei prossimi anni reclameranno i giusti spazi nel nuovo mondo iperconesso, fatto appunto di cose che parlano fra loro sempre e ovunque. Il rischio spectrum crunch è dietro l’angolo.
Elettrodomestici che comunicano con lo smartphone, contatori elettronici che aggiornano in tempo reale il fabbisogno energetico di casa, auto iperconesse, che trasmettono e registrano i flussi del traffico. SIM sempre più ‘embedded’, presenti in tutti gli oggetti che ci circondano, persino nel portacenere. Per non parlare di nuovi mercati nascenti, come quello dei robot e dei droni o delle smart city.
Usa e Regno Unito
Ma mentre negli Usa il dibattito è aperto e la Fcc (Federal Communication Commission) sta raccogliendo i desiderata della industry (da Google a Qualcomm passando per Samsung, per fare qualche nome) per gestire al meglio il mondo dei droni, dei robot e del M2M, nella Ue il 5G e il M2M sono visti ancora come capitoli lontani nel futuro della banda larga, del wireless e del digitale.
In questo senso, un’eccezione arriva dal Regno Unito, dove l’Ofcom ha avviato una consultazione pubblica per verificare il possibile utilizzo delle alte frequenze sopra i 6 Ghz per il 5G. Un primo passo, per capire cosa ne pensa il mercato. Idem negli Usa.
Italia
In Italia 5G e M2M restano ancora temi futuribili di là da venire. Ma non basta l’indagine conoscitiva sul machine-to-machine condotta dall’Agcom per avviare una pianificazione soprattutto sul fronte delle frequenze che sarà necessario individuare per non essere travolti dalla massa di dati dell’Internet delle Cose.
Il tema del M2M, come dimostra l’appello del settore Energia, è già qui. Un settore, quello energetico, che già oggi deve affrontare e risolvere problemi che riguardano la connessione di miliardi di oggetti.
Alcuni vendor internazionali hanno già chiesto all’Italia quale sarà la politica spettrale per rispondere alla domanda di nuove frequenze per gestire il flusso del M2M. L’obiettivo è standardizzare i protocolli tecnici delle SIM e sintonizzare la capacità trasmissiva dei dispositivi sulle frequenze giuste. Un’ipotesi al vaglio, che può offrire interessanti opportunità anche in Italia, riguarda il possibile utilizzo di piccole porzioni di banda sui 700 Mhz, da destinare alla comunicazione degli oggetti connessi.
Ipotesi 700 Mhz
Si tratta di un’ipotesi oggi in discussione a livello internazionale per destinare una porzione della banda a 700 MHz, di dimensioni comunque limitate rispetto alla quantità di spettro più ampia che sarebbe invece resa disponibile al radiomobile. Gli studi e le analisi circa il possibile impiego dello spettro per il M2M riguardano però anche altri intervalli di frequenza con un crescente interesse verso le bande più alte come quelle nell’intervallo delle onde millimetriche. Negli Usa e nel Regno Unito ci stanno già pensando.
Infine, sempre nel Regno Unito l’Ofcom ha appena avviato una consultazione pubblica sull’Internet of Things.