Rispondendo alle preoccupazioni del pubblico sugli effetti delle nuove tecnologie di telecomunicazione, come il 5G, sull’ambiente naturale, il regolatore australiano per la sicurezza dalle radiazioni e la Swinburne University hanno indagato sulle prove, sviluppando una mappa sistematica di 334 studi; 237 relative agli effetti sugli animali e 97 sulle piante.
Aree per ulteriori ricerche
L’autore principale e vicedirettore della valutazione dell’impatto sulla salute presso l’Agenzia australiana per la protezione dalle radiazioni e la sicurezza nucleare (ARPANSA), il professore associato Ken Karipidis afferma che “questa mappa presenta tutte le ricerche disponibili sull’impatto delle onde radio su piante e animali nell’ambiente. Evidenzia specificamente le aree in cui sono necessarie ulteriori ricerche”.
L’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza provenienti da fonti di telecomunicazioni è uno degli effetti umani più comuni e in più rapida crescita sull’ambiente, afferma il documento.
Sebbene esistano linee guida internazionali stabilite per limitare l’esposizione umana a questi tipi di radiazioni non ionizzanti, non esistono linee guida equivalenti per la protezione di animali e piante.
La mappa sistemica contribuirà a informare l’ICNIRP, Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti, sul lavoro attualmente in corso su una dichiarazione sugli effetti ambientali delle onde radio.
Quale impatto sulle api e sugli uccelli migratori?
I ricercatori affermano che diversi gruppi di popolazione hanno espresso preoccupazione per l’impatto dei campi elettromagnetici a radiofrequenza su animali e piante, citando la mancanza di ricerca su questi problemi. Ad esempio, una particolare preoccupazione pubblica è l’impatto del 5G sulle colonie di api e sulla migrazione degli uccelli.
L’esercizio di mappatura offre l’opportunità di analizzare questioni in cui ci sono gruppi di studi, che riguardano ad esempio gli effetti sulla riproduzione, lo sviluppo e il comportamento di insetti e uccelli e la germinazione e la crescita di cereali e legumi.
Il documento pubblicato su Environmental Evidence indica anche le aree che richiedono ulteriori ricerche, in particolare date le lacune di conoscenza e la scarsa qualità di molti studi.
“La ricerca futura dovrebbe studiare l’effetto delle onde radio a frequenze più elevate come quelle utilizzate dal 5G e dalle tecnologie future”, afferma Karipidis.