L’asta 5G per l’assegnazione della banda 700 in Spagna è ai blocchi di partenza. L’avvio è fissato al 21 luglio come indicato dai documenti di gara pubblicati ieri dal ministero dello Sviluppo Economico e della Trasformazione Digitale di Madrid.
Le bande da mettere all’asta si trovano in banda 703-733 MHz e 758-788 MHz, assegnabili a blocchi 2 x 30 MHz; e la banda 738-753 MHz, soltanto per il downlink, di cui a gara andranno 15 MHz SDL.
Le specifiche indicano due concessioni di 2×10 Mhz (con un prezzo di 270 e 350 milioni, rispettivamente) e due concessioni di 2×5 Mhz (175 milioni ciascuna), in banda 703-733 MHz e 758-788 MHz.
Inoltre, ci saranno tre concessioni di 5Mhz (8,5 milioni ciascuna) soltanto in downlink, in banda 738-753 Mhz.
L’ammontare complessivo si aggira intorno a 995,5 milioni di euro. Si tratta di uno sconto di circa il 15% rispetto a quanto previsto in precedenza pari a 1,17 miliardi di euro.
Operatori critici
Dalle prime consultazioni a fine 2020 gli operatori sono stati critici sulla base d’asta e sugli obblighi di copertura. L’esborso finale dipenderà a questo punto dagli operatori Orange, Telefonica, Vodafone e MasMovil. Quest’ultima ha chiesto di rimandare l’asta fino al closing dell’offerta di acquisizione su Euskaltel.
C’è da dire che il Governo ha già allentato gli obblighi di copertura, a causa della crisi pendemica.
Entro il 2022, la copertura nella banda 700 MHz deve essere fornita al 30% dei comuni più grandi (elencati), per raggiungere il 70% entro il 2024 e il 100% entro il 2025. Inoltre, sono inclusi i grandi aeroporti e le principali rotte terrestri.
Il disciplinare ufficializza inoltre che il termine di validità delle concessioni sarà di 20 anni, rinnovabile per altri 20. Anche in questo caso vi è una variazione rispetto ai periodi di 20 anni tradizionalmente stabiliti per le concessioni dello spettro.
Onere fiscale
La riduzione del prezzo si unisce a una serie di iniziative lanciate dal governo poche settimane fa, per ridurre il carico fiscale sulle telecomunicazioni. Tra questi la revisione al ribasso della tariffa conferita dagli operatori a RTVE, la tv pubblica storicamente criticata dalle teleco, a cui hanno stanziato oltre 840 milioni di euro tra il 2012 e il 2018; e l’abbassamento del carico fiscale, attraverso la riduzione “temporanea” del canone annuale di prenotazione del dominio radiofonico pubblico nelle aree 5G, nel 2022 e 2023.
In ogni caso, le telecomunicazioni dovranno fare un grosso investimento. Il presidente di Vodafone, Antonio Coimbra, ha affermato che gli operatori dovranno investire 5.000 milioni di euro per realizzare una copertura 5G pari al 4G. A sua volta, il presidente di Telefónica Spagna, Emilio Gayo, ha stimato l’investimento in 6.000 milioni.
Il governo ha assicurato che le implementazioni delle reti 5G saranno sostenute dai fondi europei per la ripresa, convogliati attraverso i bilanci generali dello Stato. L’Esecutivo ha lanciato il piano 5G Promotion Strategy, in cui saranno investiti 2.000 milioni di euro in cinque anni.
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