La Commissione Ue apre a Huawei per il 5G, ma a certe condizioni. Questo il senso del messaggio del commissario agli Affari interni Thierry Breton, che ieri ha detto che tutti i fornitori sono benvenuti in Europa a patto che “rispettino tutte le regole” che l’Unione Europea dettaglierà fra un paio di settimane.
Europa prudente sulle nuove reti
Sulla questione delicata della realizzazione delle nuove reti 5G l’Unione Europea avanza in maniera prudente. “Non ho mai citato un’azienda in particolare, non è questo il mio ruolo. E non ho nemmeno parlato di paesi”, ha detto Breton ieri incontrando la stampa.
In altre parole, la Commissione Ue non cita direttamente Huawei e nemmeno la Cina ma il messaggio fra le righe è chiaro. “Tutti coloro che rispettano le nostre regole, tutte le nostre regole, sono i benvenuti. Non c’è una linea Maginot”, si legge su Les Echos.
Nuove regole sulle reti fra un paio di settimane
Intanto, fra un paio di settimane Breton presenterà la cassetta degli attrezzi per le reti 5G, destinata agli stati membri per evitare problemi di spionaggio o di fornitura sul fronte delle attrezzature per le nuove reti. Una matteria, la sicurezza delle reti Tlc, che Breton ben conosce essendo stato alla guida di France Telecom all’inizio degli anni 2000. Le antenne 5G, che saranno presenti su tutto il territorio europeo da qui al 2023, rappresentano tutte delle potenziali “porte d’ingresso da proteggere”, ha detto Breton.
La manutenzione informatica delle reti 5G sarà uno dei compiti più delicati per gli operatori Tlc europei. Non tutti avranno i mezzi per gestire in autonomia la sicurezza delle reti e il ricorso a fornitori esteri extra Ue sarà certamente uno dei nodi da affrontare a livello di nuove regole comunitarie.
Germania e Francia
La posizione di prudente apertura ai fornitori cinesi sarà benvenuta in Francia e Germania, dove l’orientamento politico va verso l’accettazione dei fornitori asiatici per la nuova rete. Ma con dei distinguo. Angela Merkel per esempio ha chiesto ai parlamentari conservatori della CDU di attendere il summit europeo del prossimo mese di marzo prima di pronunciarsi su Huawei. Ciò detto, il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ha detto invece che in Germania non è possibile realizzare una nuova rete 5G in tempi stretti senza l’aiuto di Huawei. L’esclusione del fornitore cinese secondo Seehofer ritarderebbe la realizzazione della nuova rete di 5-10 anni, il che si tradurrebbe in una catastrofe per la competitività dell’economia tedesca.
“Più della metà dei brevetti essenziali al 5G sono europei. E’ l’Europa ad essere in vantaggio”, ribadisce infine Thierry Breton.