‘Serve una rete solida, fatta di fibra e 5G, per sviluppare nuovi servizi digitali che oggi sono soltanto in fase di test’. Lo ha detto oggi il ministro dell’Innovazione Paola Pisano, in occasione del 5G Italy, l’evento promosso dal CNIT e organizzato da Supercom in corso al CNR il 3, 4 e 5 dicembre.
Il ministro si e poi soffermata sul ‘ruolo sociale del 5G. Gli investimenti nella nuova rete servono anche per abbattere il digital divide nel nostro paese in tutte le regioni, con nuovi servizi disponibili in tutti i settori’, ha detto Pisano,aggiungendo che nel nostro paese vanno aumentati gli investimenti in ricerca applicata.
Paola Pisano ha poi ricordato la lettera d’intenti appena siglata dalle principali telco europee per proporre una sorta di patto di ferro e non perdere il treno dell’innovazione nella corsa con Cina, Usa, Corea del Sud che oggi sono piu avanti di noi. Servono investimenti nel Cloud, in Intelligenza artificiale. E’ necessari semplificare s burocratizzare le pratiche burocratiche per la realizzazione delle nuove reti in fibra e 5G.
Per quanto riguarda il blocco delle antenne 5G che si registra in alcuni comuni italiani, il ministro Pisano ha detto che il nostro paese non puo permettersi di perdere il treno del 5G per questioni ideologiche che danneggiano il paese. Tutte queste paure sulle onde elettromagnetiche del 5G sono demagogia. i limiti elettromagnetici e un tema che stiamo dibattendo allinterno del governo, noiovviamente stiamo seguendo molto Europa sututtala trasformazioendigitale,crediamo molto nell Europa chepossa ben competere con America,Cina e altricontinenti, ovviamente civuole unita dimercato,leggisimili,strategie simimli,come ilmercatodigitale unico ancheilregoalmentodeve essere unico pertutti ipaesi, dove cisono frizioni bisgnera
Limiti molto restrittivi questso e un problema perla competitivita delle aziende
Parlando di Cloud, la Pisano ha detto che serve un cloud italiano. Noi dipendaimo da un cloud straniero per l’85% del nostro cloud, ha detto Pisano. Va bene avere fiducia nel prossimo, ma se succede qualcosa siamo rovinati, ha detto il ministro, riferendosi agli 11mila data center che servono le 22mila pubbliche amministrazioni del nostro paese.
L’Italia ha quindi bisogno di fare un cloud sicuro, ha detto il ministro, poi che i dati siano in Alaska o nel nostro paese non ha importanza . L’importante e che la crittografia sia all’altezza per mettere in sicurezza i nostri dati con un cloud a livello europeo.