Sempre più intelligenza nella rete, sempre più intelligenza artificiale nelle nostre app, la crescita dell’AI andrà di pari passo con quella delle nuove reti 5G. Un trend di sviluppo che si estenderà in futuro anche al 6G, di questo si è parlato alla tavola rotonda Oltre il 5G: la prospettiva del 6G al 5G Italy, l’evento promosso dal CNIT e organizzato da Supercom che si è tenuto al CNR dal 3 al 5 dicembre.
L’intelligenza artificiale entrerà sempre più nelle reti stesse, aprendo la strada ad un’allocazione sempre più dinamica dello spettro. Nuovi schemi di accesso e proliferazione esponenziale dei dispositivi per chilometro quadrato renderanno reti e connettività sempre più ubiqui. Per il 6G bisognerà tenere d’occhio l’impatto ambientale di tutta questa massa di oggetti connessi in rete.
Per Antonio Manzalini, Electronic Engineer, Ph.D – Project Manager di TIM, “la comunità internazionale sta già pensando al 6G – ha detto Manzalini – si prospettano nuovi scenari di applicazioni e servizi in 10 anni. Si stanno già discutendo i requisiti e le principali tecnologie abilitanti per la nuova architettura di rete 6G. Ma anche i modelli di business: la complessità degli ecosistemi sarà sempre più grande”.
Reti pervasive softwarizzate, AI ma anche sicurezza quantistica
In generale, col 6G proseguirà un trend già in atto col 5G che riguarda l’aumento di banda e la riduzione ulteriore della latenza. La complessità di rete, servizi e degli ecosistemi richiederà una sempre maggiore diffusione dell’intelligenza artificiale (AI), ottenibile anche grazie all’integrazione stretta tra Cloud-Edge e Fog Computing. L’AI avrà un ruolo importante, non solo in ambito applicativo e di gestione di rete, ma anche per la cybersecurity ad integrazione di nuovi paradigmi quantistici come Quantum Key Distribution (QKD).
Reti sempre più softwarizzate, sicurezza quantistica ma anche nuovi materiali, ad esempio i meta-materiali, non solo per nuove antenne ma anche per realizzare un ambient intelligence pervasiva. Ma attenzione, l’AI richiederà un salto tecnologico importante in quanto dovrà essere sempre più veloce e consumerà sempre più energia vista anche la crescita dei dati: in questo caso nuove tecnologie e materiali permetteranno di sviluppare reti neurali interamente ottiche che fanno i calcoli “alla velocità della luce” e a bassissimo consumo.
Quantum computing
Un segmento che si sta già sviluppando e che in prospettiva, prima col 5G e poi col 6G, avrà sempre più importanza è quello del quantum computing. “Investimenti su computer quantistici sono già stati fatti da IBM, Google ma anche Amazon”, dice Sara Cacciapuoti, CNIT, Università Federico II di Napoli. Anche gli Stati hanno già cominciato a investire, secondo stime si investiranno 10 miliardi in tecnologie quantistiche nel 2024. Gli investimenti pubblici in quantum computing sono quadruplicati nel 2017-2018. La Commissione Ue ha messo sul piatto un miliardo di euro, mentre la Germania da sola insieme a IBM ha investito 650 milioni in due anni.
Oltre il 5G, il ruolo del satellite per l’IoT
Sono in fase d approvazione delle nuove norme che regoleranno l’utilizzo dei satelliti per il 5G, dice Andrea Munari, Institute of Communications and Navigations, DLR (Centro spaziale tedesco) il cui auspicio è un utilizzo sempre più diffuso del satellite per la copertura di zone lontane come ad esempio i campi aerei e il mare.
Il ruolo del satellite per garantire connettività sarà centrale nell’era dell’IoT e del machine type communication, anche perché per coprire l’altissima densità di oggetti connessi (fino a un milione per chilometro quadrato) sarà importante capire quali sono i metodi più economici per garantire la copertura. Ad esempio, racconta Munari, il satellite è altamente indicato perché più economico per coprire aree dove c’è poco traffico con connessioni poche volte al giorno. Tantissimi terminali con traffico sporadico diventano difficili da gestire e poco convenienti per gli operatori classici. Il satellite in vece in questo senso ha già soluzioni comprovate.