La sicurezza nei processi della trasformazione digitale è l’elemento chiave per una buona innovazione. Le tecnologie emergenti sono pervasive, sono entrate nel nostro quotidiano, sociale ed individuale, per questo sono strategiche e per questo vanno difese al meglio, per meglio proteggere l’utilizzatore.
Un livello nuovo di sicurezza a cui è stato dedicato il panel “Sicurezza” Al 5G Italy 2019 di Roma, evento promosso dal CNIT e organizzato da Supercom, con gli esperti della cybersecurity nazionale ed internazionale, in rappresentanza di grandi aziende e Polizia di Stato.
“Alta capacità di calcolo significa anche elevata capacità di intrusione delle nuove minacce informatiche e digitali”, ha spiegato Raffaele Bolla, dell’Università di Genova e del CNIT, con particolare attenzione al modo in cui tali minacce possono eventualmente riguardare i nostri dati.
L’arrivo del 5G ha resto tale scenario ancora più critico, perché sarà una rete capillare che riguarderà anche le infrastrutture critiche del Paese.
Il problema, ha affermato Alessandro Bassano, Cyber Security Lab Manager di ZTE, è che alla cyber sicurezza al momento sono destinati ancora poche risorse finanziarie. “ZTE ha sviluppato 3 livelli di sicurezza, dal security by design ai nostri laboratori di ricerca, fino al controllo a campione”, ha precisato Bassano.
“Ci sono diversi aspetti critici da affrontare nel parlare di cyber security, tra cui il mercato delle componenti. Oggi in un device ci possono essere componenti provenienti da diversi fornitori ed è difficile valutare il livello di sicurezza di ognuno di essi. Ecco perché secondo noi è fondamentale sviluppare uno standard unico, come anche la certificazione dei test di sicurezza”, ha aggiunto il manager di ZTE.
La trasformazione digitale in corso è di fatto accompagnata dall’emersione delle soluzioni internet of things e soprattutto dall’avvio del 5G. Tecnologie caratterizzate da flussi di dati enormi e da natura esponenziale. Per questo, ha spiegato il Responsabile Cyber and Information Security di Leonardo, Stefano Bordi, sono diverse le difficoltà che un centro di ricerca deve affrontare per risolvere i problemi connessi.
“Ci sono difficoltà nel definire il settore della cyber information security che progressivamente sarà integrata in tutte le tecnologie, attraverso un’integrazione di processo, di competenze e certamente tecnologica”, ha precisato Bordi.
Anche la Polizia di Stato si occupa di cyber security, applicandola in diversi ambiti, tra cui l’antiterrorismo, la pedopornografia, la protezione delle aziende e dei privati e la protezione delle infrastrutture critiche.
Proprio per queste ultime, il Commissario Capo Tecnico della PS, Domenico D’Amico, ha chiarito la centralità delle azioni di cybersecurity attorno al 5G, perché rete fortemente legata al funzionamento delle infrastrutture considerate strategiche e critiche dallo Stato.