Ci sono vari modi di chiamare il processo di trasformazione digitale che sta investendo il nostro sistema sanitario nazionale, da sanità in rete o sanità digitale a eHealth.
Di fatto, con questo termine si intende l’utilizzo di strumenti basati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per sostenere e promuovere la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il monitoraggio delle malattie e la gestione della salute e dello stile di vita.
eHealth e trasformazione digitale della sanità italiana
L’arrivo della rete 5G nel nostro Paese avrà sicuramente un grande impatto positivo in questo processo di innovazione, con grandi vantaggi in termini di servizi ai cittadini. Temi che sono stati oggetto del panel “E-Health: la crescente importanza e urgenza della digitalizzazione nel settore sanitario” all’evento online 5GItaly e il Recovery Fund in corso a Roma.
L’importanza del 5G nella sanità nazionale, ha spiegato Stefania Bartoletti, ricercatrice Cnr, e moderatrice del panel, sta nella sua capacità abilitante di ulteriori tecnologie avanzate e di altri servizi, sia negli ospedali, sia a livello di medicina territoriale.
A riguardo, la telemedicina sta già dando un grande un grande nella gestione dell’emergenza sanitaria in corso, alleviando la pressione sulle strutture ospedaliere e sull’accesso al Pronto Soccorso. Gli utilizzatori di mobile health app sono aumentati negli ultimi anni del 10% in Italia, in linea con la media europea.
Dall’Europa, con il programma EU4Health, arriveranno risorse pari a 9,4 miliardi di euro (2021-2027) per migliorare il sistema sanitario degli Stati membri dell’Unione e per accelerare il processo di trasformazione digitale. Una leva finanziaria poderosa per superare la frammentazione dei sistemi informativi, per favorire la formazione del personale alle nuove competenze e la gestione efficace dei dati dei pazienti.
L’intervento di Serafino Sorrenti
“La digitalizzazione del nostro sistema sanitario è sicuramente in ritardo, soprattutto dal punto di vista della connettività dei territori e degli enti locali e della frammentarietà dei risultati”, ha dichiarato Serafino Sorrenti, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Membro task force Covid-19. “La banda larga è carente in molte aree del Paese, vincolando anche lo sviluppo della telemedicina. Il 5G rappresenta una possibilità di svolta, da questo punto di vista”.
“Il lavoro che è stato fatto dalla Conferenza Stato Regioni proprio per accelerare l’infrastrutturazione dei territori a livello regionale, in termini di diffusione del fascicolo sanitario elettronico (Fse) e gestione efficace e sicura dei dati dei cittadini, è stato un primo concreto passo in avanti per la promozione della sanità digitale e per dare una risposta concreta alle necessità di cura dei pazienti e dei cittadini”, ha continuato Sorrenti.
“L’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19 ha consentito l’applicazione diffusa di soluzioni di telemedicina su tutto il territorio nazionale, favorendo le cure a casa e aiutando le strutture ospedaliere a gestire in maniera più accurata le richieste di ricovero, a partire dal Pronto Soccorso”, ha precisato.
Limiti e sfide da superare
“Ulteriori problematiche sono legate alla gestione del fascicolo sanitario elettronico e all’utilizzo delle piattaforme informatiche dedicate all’eHealth. Ci sono ovviamente delle eccezioni – ha evidenziato – a partire dalla Regione Emilia Romagna e dalla Regione Lombardia, che hanno invece accelerato il processo di trasformazione digitale del settore sanitario”.
“Molte altre, purtroppo, hanno incontrato diverse criticità in questo percorso, come la mancata integrazione dei vaccini nei fascicoli, la mancata interconnessione tra fascicoli stessi e di piattaforme interconnesse per scambiare i dati renderli disponibili”.
“Oggi la principale limitazione è la mancanza di dati disponibili in tempo reale per eseguire analisi dirette e condividerne i risultati tra enti. L’appello è quindi realizzare sistemi informativi all’avanguardia per ottenere questo tipo di informazioni”, ha detto Sorrenti.