Il 5G sta dando vita molto rapidamente ad un ecosistema industriale ed economico sempre più orientato all’innovazione grazie a piattaforme multiservizio che consentono la diffusione di servizi avanzati a persone e cose. Gran parte dei nuovi servizi abilitati dal 5G saranno erogati anche con reti 4,5G sfruttando piccole celle, sistemi di virtualizzazione delle funzioni di rete, multi access edge computing.
Quella del 5G, ha spiegato Maurizio Decina, Professore emerito del Politecnico di Milano, durante il “Cnit Talk” sull’architettura al 5G Italy 2019 di Roma, evento promosso dal CNIT e organizzato da Supercom, è un’architettura che consente un’allocazione dinamica, con la possibilità di abilitare molti servizi in piena virtualizzazione.
Per comprendere i requisiti di servizio dei sistemi 5G bisogna fare riferimento allo sviluppo dell’nternet delle cose (Internet of Things – IoT) che connette gli “oggetti intelligenti” (smart objects) che popolano gli ambienti che ci circondano, dalla casa alla città, fino a comprendere tutto il pianeta. Alla fine del 2016 c’erano circa 20 miliardi di oggetti intelligenti e connessi, mentre se ne prevedono circa 50 miliardi per il 2020. I settori applicativi della IoT sono innumerevoli e possono essere classificati in due grandi cluster applicativi.
“La grande differenza rispetto ai sistemi 4G è l’uso estensivo dei sistemi di virtualizzazione della rete: quando la maggioranza delle funzioni di rete è virtualizzata si può intervenire con il concetto di “5G Network Slicing” o affettamento” virtuale della rete”.
La virtualizzazione, ha spiegato Dècina, permette di centralizzare completamente le funzioni di controllo della rete, e quindi consente, sia un controllo capillare delle risorse (con grandi risparmi di costo), sia la possibilità di eseguire schemi sofisticati di routing end-to-end per ciascuna applicazione/transazione (application aware routing), con possibilità di innovazione dei servizi di trasporto offerti ai consumatori, alle imprese e alla pubblica amministrazione.
La visione per lo sviluppo dei sistemi 5G è quella di una nuova generazione radiomobile cellulare che deve gestire efficacemente tre differenti tipi di traffico: 1. Alto throughput, per servizi video e di realtà aumentata (eMBB, enhanced Multimedia BroadBand) 2. Bassa energia, per servizi massive IoT per sensori con batterie a lunga vita, fino a 10 anni (mMTC, massive Machine Type Communications) 3. Bassa latenza e alta affidabilità per servizi IoT mission critical (URLLC, Ultra Reliable Low Latency Communications).
“L’oro del futuro sono i dati e il loro accumulo sarà garantito dall’edge computing. In caso di grandi quantità di dati, serve però un sistema di blockchain che garantisca la titolarità dei dati stessi all’interno delle reti e delle organizzazioni”, ha chiarito Dècina, aggiungendo che “per una piena abilitazione dell’internet delle cose su rete 5G, comunque, si dovrà attendere quasi sicuramente il 2023 o il 2024”.
Come funziona l’architettura del nuovo standard delle telecomunicazioni mobili, quali sono le sue proprietà, su cosa basa la sua versatilità e cosa ci attende nei prossimi anni nel Cnit Talk del Professor Dècina al 5G Italy 2019.