La città cinese di Shenzhen non più di 30 anni fa era un villaggio rurale, oggi è una delle città più connesse al mondo, ha dichiarato Luigi De Vecchis, Presidente di Huawei Italia nel suo intervento al 5G Italy di Roma, promosso dal CNIT e organizzato da Supercom, aggiungendo che questo non è altro che un esempio e una prova diretta di quanto sia fondamentale investire in innovazione e ricerca.
Altro elemento chiave è la sicurezza delle reti: “C’è un pregiudizio nei nostri confronti, quando il mercato delle tecnologie, in special modo delle tecnologie applicate alle infrastrutture di telecomunicazione, è composto di tanti fornitori diversi, per ognuno dei quali si può porre una questione di sicurezza, cosa di cui si occupano anche i comitati internazionali di standardizzazione, che mostrano una grande attenzione al grado di vulnerabilità delle reti”.
Avere una rete sicura ed affidabile è una condizione fondamentale per qualsiasi azienda, anche per Huawei, “senza queste condizioni non si avrebbe sviluppo nei settori della guida autonoma e del manufacturing 4.0”.
“In Italia c’è un centro di ricerca Huawei per lo sviluppo delle onde millimetriche, grazie a cui abbiamo preso parte a due trial 5G in Italia, e uno su design e user experience, mentre per le smart city abbiamo portato avanti un accordo con la Regione Sardegna”, ha aggiunto De Vecchis.
Nello specifico, le onde millimetriche saranno fondamentali per la copertura dei territori e per collegare le reti di accesso ai sistemi avanzati di calcolo.
Il gigante cinese ha annunciato un corposo piano di investimenti nel nostro Paese, con la promessa di coinvolgere fornitori locali e di creare nuovi posti di lavoro, proprio grazie al 5G e alle tecnologie emergenti collegate.
La legge sulla cybersecurity approvata a novembre istituisce il Perimetro nazionale sulla sicurezza cibernetica. Un dispositivo che comprende, tra i poteri speciali del Governo, la possibilità di ricorrere al Golden Power, anche nei confronti di fornitori di reti e servizi che riguardano il 5G. Una misura che amplia, quindi, il potere di veto sulle operazioni delle aziende che detengono gli asset strategici per il Paese.
Inoltre, con una norma introdotta dal Parlamento, viene assegnato al Ministero dell’Interno un proprio Centro di valutazione accreditato per reti e forniture Ict di competenza, mentre i compiti di certificazione restano in capo al Centro di valutazione e certificazione del Ministero per lo sviluppo economico.
Riguardo a tale scelta dell’esecutivo: “Questo avrebbe l’ultima parola sui contratti in essere per esigenze di cybersicurezza – ha concluso il Presidente – e su questo tema delicato avremmo bisogno di maggiore confronto e meno pregiudizi”.