Si parla di 5G e questa “G” è la prima lettera di Gdpr, acronimo inglese di General data protection regulation, il Regolamento generale sulla protezione dei dati. La protezione dei dati personali d’altronde è parte fondamentale del processo di trasformazione digitale in corso.
“I dati vanno protetti perché è da questi che nasceranno i nuovi servizi avanzati offerti dal 5G”, ha affermato Giuseppe Busia, Segretario Generale dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, intervenendo al 5G Italy di Roma, promosso dal CNIT e organizzato da Supercom.
“Dati personali che vanno protetti e per questo agli individui va assicurata la possibilità non solo di tutelarli ma anche di controllarli e governarli. Il Gdpr non è solo un regolamento, ma rappresenta anche un diritto relativi ai dati personali, che essendo nostri vanno protetti da utilizzi sbagliati da parte di terzi”.
“Bisogna ricordare che valgono più del petrolio i dati, perché a differenza del greggio questi si moltiplicano, implementando il loro valore. D’altronde, chi gestisce i nostri dati ci conosce benissimo, molto meglio dei nostri parenti o di noi stessi, e questo potrebbe rappresentare un problema ulteriore, relativo alla possibilità di orientare le scelte degli utenti di rete, sotto ogni punto di vista”, ha aggiunto Busia.
“Il Gdpr ci spiega che chi usa i nostri dati deve garantire sia la sicurezza degli stessi, sia il rispetto delle persone. Se c’è rispetto e sicurezza allora c’è fiducia e sulla fiducia poggia il funzionamento stesso dell’economia digitale” “La sfida vera – ha concluso il Segretario generale del Garante – è fare del 5G una tecnologia a misura d’uomo”.