Il ruolo delle infrastrutture nel futuro delle città
Le 27 città del mondo con più di 10 milioni di abitanti rappresentano una quota del 6,7% della popolazione totale, consumano il 10% dell’energia elettrica generata complessivamente, bruciano il 10% dei combustibili fossili, emettono il 60% delle emissioni di gas serra e producono il 13% dei rifiuti.
A partire dalle tante crisi che siamo chiamati ad affrontare, dall’emergenza sanitaria a quella climatica, da quella energetica a quella sociale, con la possibilità concreta di una fase recessiva dell’economia globale, le città di tutto il mondo sono giunte ad un momento cruciale della loro storia.
Le ricadute della pandemia globale saranno ancora pesanti, in termini di capacità di crescita economica, di livelli occupazionali, di accesso ai servizi basilari del contesto urbano, ma non c’è solo il Covid-19, con cui far ei conti, ma anche l’inflazione, la volatilità dei prezzi di diversi beni essenziali, tra cui certamente quelli energetici, le difficoltà negli approvvigionamenti di risorse strategiche, obbligano i municipi a decidere dove, come e quanto investire da qui in poi.
La pressione demografica, la domanda crescente di energia e risorse naturali, l’inquinamento, le minacce portate dai cambiamenti climatici, la scarsità di acqua, sono tutti fattori critici che pongono al centro della riflessione globale il ruolo delle infrastrutture per assicurare gli approvvigionamenti di risorse e le forniture di servizi, per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Il Rapporto smart city
A livello tecnologico, secondo uno studio GlobalData, rendere più accessibili acqua, energia, salute, istruzione, lavoro e internet, è il percorso che ogni amministrazione locale deve compiere per accelerare la transizione alla smart city o alla smart region.
Per questo, la stima per i prossimi anni vede gli investimenti in smart city quasi raddoppiare, passando dai 221,1 miliardi di dollari del 2019 ai 442,5 miliardi di dollari attesi entro la fine del 2030.
I driver del settore saranno tre principalmente: reti 5G, intelligenza artificiale e Internet of Things (IoT).
Investire bene, investire di più nelle infrastrutture urbane
Grazie a questi tre segmenti chiave entro la fine del decennio vedremo crescere rapidamente le infrastrutture urbane principali. Ad esempio, investire nel settore sanitario e ospedaliero per lo sviluppo di sistemi di sorveglianza sanitaria delle malattie infettive può aiutare nel prevenire la loro diffusione, soprattutto in contesti urbani ad alta densità abitativa.
Come ha raccontato Rory Gopsill, Associate Thematic Analyst di GlobalData, l’amministrazione di Chicago ha impiegato una piattaforma di vigilanza sanitaria sulle malattie infettive, basata sull’intelligenza artificiale di BlueDot, notificando l’epidemia di Covid-19 esplosa in Cina con quattro giorni di anticipo rispetto all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
La città di Sunderland, ad esempio, è stata premiata come migliore smart city dell’anno nel Regno Unito grazie alla rete 5G utilizzata per ridurre il divario digitale tra imprese e gli stessi cittadini.
Altro segmento chiave per il futuro è certamente la cybersecurity. Un ambiente urbano altamente digitalizzato e connesso è chiaramente esposto a crescenti minacce informatiche, che possono non solo danneggiare imprese e singoli cittadini, ma le stesse amministrazioni locali e il regolare funzionamento delle infrastrutture critiche (come acqua, gas, energia elettrica, stradali, gestione rifiuti, sanitarie).