Chi ha tempo non perda tempo. Fa bene quindi l’Agcom ad avviare un’indagine conoscitiva sul 5G, il prossimo standard del wireless che se è vero che non sarà attuale ancora per qualche anno – anche se la Commissione Ue spinge per un’accelerazione – di certo avrà bisogno di molte nuove risorse spettrali per partire in modo armonico.
Durerà 180 giorni l’indagine conoscitiva appena decisa dal Consiglio dell’Agcom sui sistemi mobili 5G, con particolare attenzione all’utilizzo di nuove risorse frequenziali nella parte alta dello spettro radio (sopra i 6 Ghz). Lo ha comunicato oggi in una nota l’Autorità, precisando che lo studio – deliberato a seguito della relazione dei commissari Antonio Nicita e Antonio Martusciello – “si colloca in un quadro di evoluzione tecnica e regolamentare particolarmente dinamico, caratterizzato dallo sviluppo di nuovi servizi che richiedono una sempre maggiore capacità di banda e una migliore copertura del territorio”.
Le nuove reti 5G dovranno infatti supportare lo sviluppo del mondo di “Internet delle Cose” (IoT), incluse le comunicazioni di tipo M2M (Machine-to-machine) e i nuovi servizi che si stanno sviluppando in diversi e importanti settori, tra cui l’automotive, i trasporti, la manifattura e l’industria, l’energia, la sanità, l’agricoltura e il media & entertainment.
In attesa della liberazione per le telco dei 700 Mhz, che in Italia saranno occupati almeno fino al 2022 dai broadcaster, è quindi utile individuare nuove porzioni di spettro per avviare il 5G.
L’indagine, prosegue la nota, “si inserisce in un importante percorso internazionale: nel novembre dello scorso anno la Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni ha infatti avviato gli studi per identificare le bande – oltre i 6GHz – per lo sviluppo dei sistemi mobili avanzati, mentre la Commissione europea ha recentemente lanciato il suo Action Plan 5G, che prevede una roadmap finalizzata alla definizione di una tempistica comune per il lancio in Europa del 5G (primi test nel 2018, almeno una grande città di ogni stato membro coperta entro il 2020), con l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 le aree urbane”.
In Italia i primi test sul 5G dovrebbero partire nel 2017 in banda 3.4-3.8 Ghz, in tre città ancora da individuare (una potrebbe essere Milano, avvantaggiata dalla presenza di una rete capillare in fibra).
L’Agcom ritiene essenziale avviare una specifica indagine conoscitiva per indagare le prospettive di sviluppo dei sistemi wireless e mobili verso la quinta generazione (5G) a livello nazionale, analizzando l’evoluzione delle architetture di rete, valutando lo sviluppo delle principali applicazioni previste per le nuove reti, i piani di sviluppo sull’uso dello spettro e il grado di interesse del mercato per le bande di frequenza candidate per il 5G.