In Francia l’Agenzia nazionale delle frequenze (ANFR) ha pubblicato i risultati di un test effettuato sulle onde millimetriche del 5G, misurate all’interno della stazione ferroviaria di Rennes. Il test riguarda le emissioni in banda 26 Ghz, una delle porzioni di spettro identificate per il 5G, e i livelli di emissione sono rivelati “di gran lunga inferiori ai limiti regolamentari” richiesti.
Alla stazione di Rennes
Lo scrive La Tribune, riportando l’esiti rassicurante della sperimentazione effettuata nell’atrio delle partenze e degli arrivi alla stazione di Rennes, dove sono state esaminate le emissioni di due antenne 26 Ghz fabbricate da Nokia a titolo sperimentale. I livelli di emissione registrati restano in una forchetta molto bassa, compresa fra 0,4 e 3,2 volt al metro (v/m).
Il limite in Francia è circa 10 volte superiore a quello italiano, dove il limite massimo di emissione è fissato a 6 v/m fra i più severi ella Ue. Di conseguenza, la sperimentazione francese avrebbe superato in toto anche gli strettissimi limiti del nostro paese.
Esposizione molto localizzata
L’esposizione prodotta, ha concluso l’ANFR, è molto localizzata. Più ci si allontana dal fascio 5G è più diminuisce l’effetto del segnale. L’antenna suddivide il segnale in base al numero degli utenti. Più utenti ci sono, meno forte è l’esposizione.
Lo scorso mese di aprile l’Agenzia di sicurezza sanitaria (ANSES) francese aveva già pubblicato un altro report molto atteso sugli effetti del 5G in cui definiva “poco verosimile” che le frequenze in banda 3.5 Ghz, un’altra banda riservata al 5G e già assegnata agli operatori, possa costituire un pericolo per la salute.