SFR e Bouygues Telecom vogliono che il conto dello smantellamento delle antenne cinesi dalle loro reti sia a carico dello Stato. Ma Parigi si rifiuta di pagare. Secondo il quotidiano L’Exrpess, i due operatori SFR e Bouygues Telecom hanno fatto causa contro la novella normativa francese che, in nome degli interessi nazionali e in ossequio al pressing statunitense, impone di sostituire migliaia di antenne mobili di fabbricazione cinese su tutto il territorio entro il 2028. Il tutto a spese degli operatori.
Conto salato
Un conto salato, pari secondo gli operatori a 1,1 miliardi di euro per SFR e 900 milioni per Bouygues Telecom. I due operatori, aggiunge il quotidiano francese, hanno già incassato un primo parziale successo il 18 novembre scorso, dopo che il ricorso depositato al Consiglio di Stato per chiedere l’indennizzo è stato girato alla Corte costituzionale che dovrebbe sentenziare entro il prossimo febbraio.
La Francia non è certo l’unico paese dove lo Stato è intervenuto con bandi alle tecnologie cinesi sul 5G. Ci sono fra gli altri anche il Regno Unito, la Nuova Zelanda, l’Australia e più recentemente la Svezia.
Negli Usa, a settembre scorso la FCC (Federal Communication Commission) ha chiesto al Congresso di sbloccare 1,8 miliardi di dollari di indennizzi per i piccoli operatori come ristoro per la rinuncia alle tecnologie cinesi.
Problema con le reti precedenti
In Francia, il produttore cinese ha fornito il 52% delle infrastrutture di rete di SFR e il 47,5% di Bouygues Telecom per la realizzazione delle reti 2G, 3G e 4G. E c’è un problema: queste reti non sarebbero compatibili con le antenne 5G dei concorrenti, la finlandese Nokia e la svedese Ericsson. Di conseguenza, gli operatori dovranno sostituire tutte le attrezzature delle reti di precedente generazione per passare al 5G.
Secondo stime, SFR dovrebbe sostituire 8mila antenne esistenti e Bouygues 3mila.
Nel Regno Unito, il prezzo per il bando delle attrezzature cinesi è stato quantificato fra 1,7 e 2,22 miliardi di euro.