Il governo belga ha deciso di rimandare al 2020 l’asta 5G prevista per quest’anno. Lo ha detto il ministro delle Telecomunicazioni Philippe De Backer, in un’intervista al quotidiano DeTijd.
Il governo di Bruxelles ha deciso di prendere tempo nell’assegnazione dello spettro 5G a causa di lotte intestine sull’utilizzo dei proventi della gara, dalla quale si prevedono incassi per 680-700 milioni di euro.
Il mercato belga delle Tlc è diviso in due, la regione Vallone francofona settentrionale e quella di lingua fiamminga meridionale. Nel paese sono attivi tre operatori a fronte di 11 milioni di clienti (Orange, Proximus e Telenet).
Il governo del paese ha avanzato l’ipotesi di aprire il mercato ad un nuovo entrante per accrescere la concorrenza, in concomitanza con l’asta 5G. Gli operatori tradizionali, com’è ovvio, non sono favorevoli all’ingresso del quarto operatore in un mercato di piccole dimensioni e già saturo.
Orange ha già annunciato che intende lanciare i primi servizi 5G a Bruxelles nel 2020, mentre Proximus e Telenet puntano al pieno rollout commerciale nel 2021.
Nei mesi scorsi era emersa l’ipotesi che Iliad sarebbe interessata a fare il suo ingresso in Belgio come quarto operatore.
A frenare l’asta 5G in Belgio anche il dibattito in corso sulla possibile cessione da parte dello Stato della quota detenuta in Proximus. Il ministro delle Telecomunicazioni di Bruxelles, il liberale fiammingo Philippe De Backer, è favorevole ad un progressivo disimpegno dello Stato dal capitale di Proximus, un’operazione da chiudere in pochi anni. “Un governo dirige un paese e non un’azienda”, ha detto il ministro.
De Backer ha inoltre ribadito la posizione favorevole del governo di Bruxelles all’ingresso sul mercato di un quarto operatore nell’arena delle Tlc, una mossa finalizzata ad abbattere i prezzi e ad accrescere la concorrenza nel paese.