Il Governo italiano è pronto ad accogliere il segretario di Stato Usa Mike Pompeo e sul 5G Palazzo Chigi intende ribadire la sua linea indipendentista rispetto all’asfissiante pressing anti-cinese dell’amministrazione Trump nei confronti degli alleati. E’ questa la linea, alla vigilia dell’incontro di domani fra la ‘longa manus’ in politica estera di Donald Trump e il ticket Giuseppe Conte-Luigi Di Maio che esattamente un anno fa riuscirono a rassicurare il collega nella sua ultima visita a Roma. Sul tavolo, un’agenda ricca di temi strategici a partire appunto dal piatto forte dei rapporti con la Cina – che l’Italia vuole a tutti i costi preservare – e l’utilizzo di tecnologie cinesi (Huawei e Zte) che Mike Pompeo vede come il fumo negli occhi e brandisce come una clava in tempi di campagna elettorale come questi.
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5G tema delicato
Un tema delicato, quello delle nuove reti 5G, e a questo punto le relazioni fra Usa e Italia su questo argomento, secondo alcuni osservatori, sembrano arrivate alla resa dei conti. Tanto più che le elezioni americane sono dietro l’angolo, a novembre, e Pompeo in Italia ribadirà i capisaldi di politica estera trumpiana con l’alleato: il mantra anti cinese sul rischio di un utilizzo troppo disinvolto di apparecchiature cinese nelle nuove reti 5G sarà certamente ribadito anche domani. C’è da dire poi che rispetto ad un anno fa il quadro odierno è complicato dalle conseguenze della pademia.
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Linea prudenziale
Conte e Di Maio useranno gli argomenti di una linea strategica condivisa dal governo e fissata la settimana scorsa in un incontro ad hoc a Palazzo Chigi. Una linea prudenziale, che si unisce alle raccomandazioni che arrivano da Bruxelles e che saranno oggetto del prossimo consiglio Ue per il varo di misure di sicurezza standard. E’ necessario dare priorità a “perseguire una strategia di indipendenza tecnologica nell’ambito dell’Unione europea pur nella consapevolezza dei potenziali rischi connessi alle nuove tecnologie e la necessità di adottare nuove iniziative che rafforzino il livello di protezione, avendo come primario criterio di riferimento la tutela della sicurezza nazionale”. In altre parole, secondo tutte le previsioni, il Governo terrà duro sul prevedibile pressing di Mike Pompeo sulle nuove reti 5G. In nome di una indipendenza tecnologica che in Italia, sul 5G, non può prescindere dalle apparecchiature di rete cinesi.
Golden power e perimetro di sicurezza cibernetica
Ciò detto, Conte e Di Maio useranno ulteriori argomenti per rassicurare Pompeo: in primo luogo, ricorderanno al Segretario di Stato Usa che nel nostro paese è in vigore una stringente normativa in difesa del perimetro di sicurezza cibernetica, e che l’applicazione del golden power in difesa dell’interesse nazionale è stato allargato al 5G con un giro di vite normativo nei confronti delle reti di nuova generazione senza pari nella Ue.
Elezioni Usa
E’ pur vero che nei mesi scorsi il Copasir a più riprese ha espresso dubbi sull’affidabilità dei fornitori cinesi di apparecchiature di rete. Quel che è più probabile è che un cambiamento di strategia da parte del nostro Governo sul 5G potrebbe verificarsi dopo le elezioni Usa, anche se diversi osservatori fanno notare che sui timori per le tecnologie cinesi i democratici americani sono su posizioni anche più intransigenti dei repubblicai.
Commissione Ue
Nel frattempo, la Commissione Ue sta invece seguendo linea dettata dagli Usa alzando barriere protezionistiche anti cinesi, alzando i dazi sull’importazione di cavi in fibra ottica. La procedura anti dumping in materia è già stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale della Ue. Una mossa commerciale dal peso politico però evidente, in vista del ruolo portante della fibra per la realizzazione delle prossime reti 5G in Europa.