Un italiano su quattro non sa cosa è il 5G. E’ questo in estrema sintesi il dato più significativo e preoccupante relativo al nuovo standard di comunicazione che emerge dal report condotto dal Censis in collaborazione con WINDTRE“Il valore della connettività nell’Italia del dopo Covid 19. Perché gli operatori tlc sono essenziali per la ripresa e la resilienza del Paese e degli italiani” (leggi l’articolo).
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Il capitolo che riguarda il 5G rende noto che:
- il 60,4% degli italiani è favorevole alla sua installazione e vuole che sia reso operativo ovunque e per tutti;
- appena il 14,4% si dice contrario, perché convinto che faccia male alla salute;
- ben il 25,3% semplicemente non sa cosa sia.
- I dati fanno quindi trasparire il fatto che la maggioranza degli italiani si dice favorevole all’installazione della tecnologia 5G, ritenendola strategica per rispondere all’obiettivo di garantire una connessione a tutti, sempre e ovunque: non ci sono differenze marcate a livello territoriale, e i più convinti sono i maschi (70,6%) e i laureati (67,4%).
Svapora lo spauracchio complottista
Lo spauracchio complottista nella versione della minaccia alla salute riguarda una minoranza di italiani, inferiore anche alla quota di italiani che non ha idea di cosa si intenda per tecnologia 5G.
Gli ignari del 5G sono di più tra le donne (32,3%), i bassi livelli di scolarità (39,2%) e gli anziani (36,5%).
Pertanto, se è di certo positivo che la maggioranza degli italiani sia favorevole all’avvio dell’utilizzo di massa della nuova tecnologia, certificando come la campagna prolungata di intossicazione e rumor di ogni tipo sul 5G non abbia avuto presa, tuttavia una informazione di qualità, capillare ed esaustiva resta decisiva, affinché quote di persone che non sanno bene cosa sia la tecnologia 5G non finiscano per popolare la minoranza preda delle teorie complottiste.