Il mondo occidentale, Usa in testa, sono in ritardo nello sviluppo del 5G. La corsa al nuovo standard ha pesanti risvolti di carattere economico, geopolitico e il tema del suo sviluppo riguarda in prima istanza la sicurezza nazionale di asset strategici quali sono le reti di telecomunicazioni.
Sicurezza
Un tema, quello della sicurezza delle reti, alquanto stressato da parte dell’amministrazione Trump che da tempo preme sugli alleati per affrancarsi dalla presenza di aziende cinesi, leggi Huawei, nel novero dei fornitori di attrezzature per i nuovi network.
Pandemia
E’ in questo contesto, aggravato dalla pandemia globale, che la Casa Bianca ha pubblicato a fine marzo la sua strategia nazionale per la realizzazione di un 5G sicuro (scarica il documento “National Strategy to secure 5G’ in PDF). La strategia, poche pagine, sarà presto seguito da un documento dettagliato sulla sua implementazione. Ma già a prima vista emerge dal documento la visione di Trump, che vede nella Cina il concorrente da battere nella corsa globale al 5G.
In concreto, la strategia della Casa Bianca sul 5G si basa su quattro direttrici:
- Facilitare il rollout domestico del 5G
- Identificare i rischi e fissare i principi fondamentali per la sicurezza del 5G
- Gestire la sicurezza nazionale per l’uso del 5G
- Promuovere un uso e un deployment responsabile del 5G
Concorrenza globale
Secondo gli analisti dell’Atlantic Council, il punto più importante è il quarto. Finora, il tema centrale nel dibattito sul 5G è stato quello sulla sicurezza e sui rischi per le nazioni occidentali legati all’implementazione delle reti con tecnologie cinesi, leggi Huawei. Ma per la prima volta nel documento programmatico di Trump si va oltre e si riconosce in un documento ufficiale l’importanza di una concorrenza più ampia e globale nella corsa al 5G Insomma, non soltanto Usa contro Cina.
Made in China 2025 e Belt and Road
Tra l’altro, per la Cina vincere la corsa globale al 5G è un fattore critico per due dei suoi piani strategici fondamentali: il primo, è il piano “Made in China 2025” che ha l’obiettivo di affrancare il settore manifatturiero domestico e renderlo autosufficiente in settori tecnologici strategici come i semiconduttori. Il secondo, è la via della seta (Belt and Road), il programma di commercio e infrastrutturazione internazionale che è diventato di fatto una completa strategia di politica estera.
Huawei campione nazionale
Guidata dal suo campione nazionale Huawei, la Cina ha guadagnato il vantaggio del “first mover” nella corsa al 5G, avendone compreso in anticipo l’importanza. Pechino non ha poi lesinato sui finanziamenti alle aziende e Huawei ne ha fruito migliorando così le sue tecnologie hardware che sono le più diffuse a livello globale per il 5G.
Un approccio, quello di Huawei, con cui le aziende occidentali non riescono a competere, anche se un nuovo modello basato sul ricorso a diversi fornitori di una singola rete non soltanto rende la supply chain più agile, resiliente, innovativa e trasparente, ma dà un sicuro vantaggio alle imprese occidentali.
Difficile competere
Ma non sarà facile competere con la Cina e con i suoi lauti finanziamenti statati allo sviluppo tecnologico. L’occidente non è nelle condizioni migliori per farlo e a peggiorare il quadro è arrivata la pandemia. E’ vero che per la realizzazione delle reti 5G ci vorranno ancora anni.
La strategia nazionale di Trump ha il tono giusto, ma il suo successo dipenderà dai dettagli del piano di attuazione, nonché dall’impegno politico di questa amministrazione e più in generale del pubblico in senso lato nel lungo termine nel rispondere alla crisi sanitaria della pandemia.
Il successo potrà essere raggiunto soltanto con uno sforzo di collaborazione e coordinamento comune con alleati che siano allineati con la vision di Trump, in particolare con quegli stati che ospitano aziende tecnologiche strategiche per il 5G come Svezia (Ericsson), Finlandia (Nokia) e Corea del Sud (Samsung).