“Nel mondo ci sono delle iniziative formidabili per la condivisione dello spettro. Ci sono due grossi fenomeni in atto che possono venire in soccorso al deployment del 5G: si tratta dei Vertical, che possono contribuire agli investimenti. E di nuovi trend tecnologici come Realtà aumentata e realtà immersiva”. Lo ha detto in occasione del 5G Italy organizzato dal CNIT Mario Frullone, Direttore delle Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni, l’ente che supporta il Mimit (ex Mise) in tutte le questioni che riguardano lo spettro radio.
“Noi non possiamo pensare di aspettare all’infinito per cogliere queste opportunità di mercato”, aggiunge Frullone.
Banda 6 Ghz, che fare? WiFi o 5G?
Ma cosa succede nel resto del mondo per quanto riguarda lo spettro? “E’ molto interessante quello che sta succedendo nella banda 6 Ghz – ha detto – una banda di cui si discuterà in occasione del WRC 23”, nella conferenza organizzata dall’Itu, l’agenzia dell’Onu che fissa le politiche internazionali sullo spettro radio, che si terrà fra un anno a Dubai. La banda 6Ghz è una delle più interessanti per l’estensione delle capacità del 5G.
“Negli Usa i 6 Ghz sono stati destinati ad applicazioni Unlicensed come il WiFi – ha ricordato Frullone – mentre in Cina è avvenuto l’esatto opposto, con la destinazione della banda 6 Ghz ad applicazioni licenziate come il 5G”.
Secondo Frullone, è necessario cominciare a domandarsi cosa può succedere in futuro, nel momento in cui si vede l’evoluzione del WiFi 6 e del WiFi 7 che è già in via di standardizzazione.
“Il WiFi 7 ha caratteristiche di trasmissione molto simili al 5G – sottolinea Frullone – Ha già una latenza molto contenuta, riesce a garantire delle velocità che in certe condizioni raggiungono i 30 Gigabit al secondo, e opera su frequenze non licenziate”.
Tecnologia avanza in modo formidabile
Questa situazione del WiFi 7 mostra che la tecnologia avanza in maniera formidabile. “E allora, quando si sente parlare di rallentamenti delle tecnologie (come fatto dagli operatori Tlc con la realizzazione delle reti 5G ndr) dobbiamo renderci conto che ci sono dei rischi nel rallentare il deployment delle reti”, aggiunge Frullone.
Per questo è molto importante in questa fase andare verso situazioni che possano rendere più efficiente il sistema e che possano liberare nuove porzioni di spettro.
Spectrum sharing in Uk
Nel regno Unito si stanno studiando nuovi modi per aumentare il più possibile lo spettro disponibile. “Ogni banda in più per gli operatori può rappresentare un potenziale risparmio, perché si può aumentare la capacità mantenendo costante il numero di stazioni radio base sul territorio”, aggiunge.
Per fare ciò, bisogna intervenire con soluzioni tecnologiche avanzate come l’Intelligenza Artificiale che consente di intensificare l’utilizzo dello spettro. “In Uk c’è una Sandbox, ci sono delle iniziative spinte dell’Ofcom in banda 3.8-4.2 Ghz la banda usata tipicamente per i ponti radio e che potrebbe essere messa a disposizione per migliorare le prestazioni del 5G”, dice Frullone. “Ci sono delle potenzialità che le nuove tecnologie rendono possibili, la condivisione dello spettro ha delle potenzialità enormi”, ha detto.
“Non riduciamo l’attenzione ai criteri per rendere più efficienti i nostri sistemi – dice – Possiamo rallentare il deployment (delle nuove reti 5G ndr), ma non possiamo rallentare gli studi e gli approfondimenti che sono alla base delle possibilità per il paese di non perdere l’aggancio ai processi che in ogni caso, indipendentemente da noi, vanno avanti nel mondo”.
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