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5G, frequenze per l’industria in Germania, Usa e Giappone. Scarica il Report

Un rapporto appena pubblicato in Francia a firma di Philippe Herbert, esperto scelto dal governo per analizzare lo stato di avanzamento del 5G nel paese parla chiaro: c’è un legame diretto fra il dinamismo dell’Industria 4.0 e l’accesso diretto al 5G da parte delle grandi aziende. Lo scrive Les Echos, in un articolo che analizza in maniera critica la scelta del governo francese di non destinare delle frequenze 5G dedicate all’uso privato delle aziende. Una scelta sposata al contrario da altri paese come la Germania, gli Stati Uniti e il Giappone.

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Francia e Italia indietro?

E in tema di 5G, cosa hanno in comune Germania, Stati Uniti e Giappone? Appunto il fatto che tutti e tre questi paesi hanno riservato delle bande di frequenza a diverse industry verticali (e non soltanto agli operatori di telecomunicazioni) in modo tale che si possano dotare di reti private. Tutti questi paesi stanno conoscendo uno sviluppo più rapido dell’industria 4.0 che in Francia. Lo stesso ragionamento si potrebbe fare tranquillamente per l’Italia, dove un’indagine conoscitiva sull’uso locale dello spettro è stata condotta dall’Agcom lo scorso anno. C’è da dire che però in casa nostra non è prevista l’assegnazione di porzioni di spettro ad uso privato.     

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5G, nuove frequenze allo studio. Si punterà sulla condivisione dello spettro?

Ad ogni modo, in Francia il dibattito sull’uso dello spettro 5G è stato rilanciato appunto dal report di Philippe Herbert. Le frequenze sono pur sempre il vero petrolio della industry delle telecomunicazioni.

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Il report francese era stato affidato a questo ex manager di Dassault Systèmes da parte del ministero dell’Economia transalpino. Obiettivo, identificare tutti i blocchi che impediscono al settore industriale di servirsi fino in fondo del 5G.

Dal suo lancio più di un anno fa, la nuova generazione del mobile non ha trovato grande riscontro nell’industria francese, sottolinea Les Echos, a parte qualche progetto sperimentale di ArcelorMittal o SNCF per esempio.

Tuttavia, il 5G avrebbe dovuto innescare una nuova “rivoluzione industriale” consentendo alle fabbriche di controllare i robot da remoto o di caricare flussi video in tempo reale, con conseguente aumento della competitività.

Grafico sui paesi che hanno destinato frequenze ad uso privato a settembre 2021

Una dinamica “abbastanza forte” in Germania

Per svelare il mistero, i 14 membri della missione Herbert hanno intervistato una serie di industriali francesi, da Airbus a Schneider passando per Safran. La missione ha anche esaminato diversi casi esteri, dalla Germania al Giappone. Bisogna ammettere che, nel complesso, “nessun Paese sembra davvero distinguersi”, si legge nel rapporto. Anche la Corea del Sud, uno dei primi Paesi al mondo a lanciare il 5G a fine 2018, è ancora in una “dinamica sperimentale” per quanto riguarda le applicazioni industriali.

5G, dalla Audi a Mercedes. In Germania le reti private raddoppiate in sei mesi

In questa situazione contrastante, tuttavia, una condizione consente ad alcuni paesi di digitalizzare meglio le proprie fabbriche: l’accesso più o meno facile dei produttori alle frequenze. Poiché queste risorse sono un bene pubblico, i governi possono scegliere di assegnarle solo agli operatori di telecomunicazioni o ad altri attori (sovrani, audiovisivi, industrie, ecc.). Quando ha le proprie frequenze, il produttore può quindi costruire una rete privata e quindi avere il controllo end-to-end.

A differenza della Francia, la Germania ha optato per questa strategia. Il regolatore delle telecomunicazioni ha riservato ai produttori una porzione della banda compresa tra 3,7 e 3,8 GHz. Tuttavia, questa banda è una delle migliori per il 5G, poiché combina copertura e potenza. 170 assegnazioni sono state effettuate tramite questo dispositivo e il Paese sta ora vivendo una “dinamica abbastanza forte” in termini di 5G industriale.

Frequenze a 3 miliardi di euro

Gli Stati Uniti hanno lanciato il sistema CBRS (Citizen Broadband Radio Service) all’inizio del 2020. Questo meccanismo dovrebbe aprire la banda 3,5-3,7 GHz utilizzata oggi dalla Marina degli Stati Uniti e dal Ministero della Difesa a usi più commerciali.

Si tratta di una “condivisione dinamica” dello spettro tra tre categorie di utenti più o meno prioritarie. I 150 MHz possono quindi essere utilizzati dalle aziende (livello 3), purché non interferiscano con utenti storici (livello 1) e operatori di telecomunicazioni (livello 2). Infine, il Giappone ha riservato anche alcune frequenze su una banda più alta (4,6-4,8 GHz).

La Francia, invece, ha scelto nel 2019 di cedere ai soli operatori una parte della banda core 5G per poco meno di 3 miliardi di euro. Per avere reti private, i produttori francesi hanno due soluzioni. O rivolgersi all’Arcep (il regolatore delle telecomunicazioni) per ottenere lo spettro sulla banda a 2,6 GHz. Oppure utilizzare le frequenze degli operatori di telecomunicazioni tramite un’offerta su misura. La prima procedura è, tuttavia, troppo costosa e dispendiosa in termini di tempo per molte piccole PMI industriali, mentre la seconda è “difficile da attuare”, rileva il rapporto.

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