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5G fattore chiave per cultura, musei e borghi. Suigo (INWIT) ‘Ma per mettere il turbo deve arrivare ovunque’

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Cultura, musei e ripopolamento dei borghi al centro del webinar organizzato da INWIT 'Lo stivale mette il turbo: cultura, musei e borghi per ripartire'. Digitalizzazione e 5G centrali per il rilancio del turismo e la ripartenza.

Dal 26 aprile l’Italia riparte, con la riapertura fra le altre cose di musei, cinema e luoghi di cultura. In un contesto di rilancio, con l’approvazione del recovery Plan alle porte, il 5G è un fattore chiave per la ripartenza del paese. La digitalizzazione della cultura e dei suoi luoghi deve essere al centro delle politiche del Governo Draghi, per ridare fiato al nostro patrimonio artistico e contribuire alla ripartenza del nostro turismo. Questi i temi al centro del webinar organizzato da INWIT nel quadro del ciclo #TalkFor5G moderato da Michelangelo Suigo, direttore Relazioni Esterne e Comunicazione di Inwit; hanno partecipato Lucia Borgonzoni, sottosegretario di Stato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Lega); Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI; Simonetta Giordani, segretario generale dell’Associazione Civita; Angelo Argento, presidente di Cultura Italiae; Luca Profili, sindaco del Comune di Civita di Bagnoregio; Talitha Vassalli di Dachenhausen, direttore generale Musei del Ministero della Cultura.

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5G, Suigo (INWIT) ‘Fattore chiave per rilancio cultura, ma arrivi ovunque’

La pandemia ha accelerato la necessità di giungere ad una digitalizzazione capillare del paese e di tutte le nostre attività di vita, dallo smart working alla DAD, passando anche per l’entertainment e la fruizione culturale da remoto. Per raggiungere questo obiettivo, centrale il ruolo del 5G. “In diverse commissioni parlamentari si sta discutendo delle modalità per velocizzare l’iter di autorizzazione per gli impianti 5G – ha ricordato Michelangelo Suigo, direttore Relazioni Esterne e Comunicazione di Inwit – la digitalizzazione di borghi e luoghi di cultura sarà fondamentale per la fruizione di questi luoghi straordinari” soprattutto in questa prima fase di ripartenza, a patto però che arrivi ovunque.   

5G: Borgonzoni: ‘Volano per cultura, ma deve arrivare ovunque’

“Il Covid – ha detto il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzonici ha messo di fronte alla necessità di accelerare su temi della digitalizzazione. Per tutti e allo stesso modo”.

Borgonzoni in particolare ha parlato della necessità di “velocizzare sul 5G, perché siamo di fronte ad una situazione da cui non si torna indietro”. A proposito dei borghi ha sottolineato l’azione del Governo contro lo spopolamento di intere zone “che per andare avanti devono però passare per l’accesso alle reti super veloci”. Ha poi ricordato i diversi aspetti dell’impatto del 5G sulla cultura. “Penso alla realtà virtuale e aumentata e immersa e alla fruizione per i disabili in carrozzina di monumenti come la torre di Pisa. C’è il tema dei percorsi della storia e della memoria, come il museo virtuale della fotografia. Ma sono cose – ha precisato ancora – che dobbiamo fare arrivare alla gente”.

Semplificare burocrazia

Sempre a proposito delle applicazioni del 5G alla cultura Borgonzoni ha parlato del “multisistema di controllo del patrimonio, come il progetto Colosseo e di Smart Pompei, che coinvolge satelliti e droni. Progetti che necessitano di 5G, dove i dati si spostano velocemente e in modo adeguato”. Per Borgonzoni “il rischio – ha ribadito – è lasciare indietro alcune aziende. Soprattutto quelle per cui la velocità è strategica. Per questo è necessario semplificare tutta la parte burocratica, vero flagello del nostro Paese”.

Borgonzoni ne sa qualcosa, visto che viene da una regione, l’Emilia Romagna, dove le aree bianche soprattutto negli Appennini sono ancora ben presenti. Ma per puntare sul modello di cultura diffusa su cui tanto si punta nel nostro paese, per valorizzare le bellezze nascoste, la connettività è una precondizione irrinunciabile.

Melandri (Maxxi): ‘5G strumento per fruizione e creazione di contenuti. 16 milioni di visualizzazioni nel primo lockdown’

Per Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione Maxxi, il 5G non è solo reti e infrastrutture ma deve essere anche uno strumento per la produzione culturale che “metta insieme gruppi creativi che possono utilizzarne le potenzialità. Al Maxxi vogliamo – ha detto Melandri – realizzare un hub di ricerca sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e arte e in particolare architettura, progettazione, design e riqualificazione urbana”.

Melandri ha ricordato come il MAXXI, in tandem con INWIT, sia stato “il primo museo ad avviare la copertura 5G sia come infrastrutture di rete e come capacità di produzione di contenuti. Abbiamo trasformato il MAXXI in un broadcast di produzione di contenuti, attivando dei processi di produzione ad hoc nei mesi del lockdown e riscontrando un interesse che non avremmo mai pensando di avere”. 

Contenuti predominanti

L’infrastrutturazione di rete è fondamentale, ma poi l’alimentazione dei contenuti è il fattore predominante nel mondo della cultura. “La produzione di contenuti ad hoc al Maxxi nei mesi del lockdown ha riscontrato un interesse enorme – ha aggiunto Melandri – con 16 milioni di visualizzazioni nel primo lockdown. Siamo di fronte ad un salto professionale nella produzione di un museo, con ingegneri informatici che lavoravano gomito a gomito con gli artisti, gli architetti e i designer”. Il 5G, ha aggiunto Melandri, servirà moltissimo per mettere insieme gruppi professionali diversi che ne possono sfruttare al meglio le potenzialità.  

Giordani (Associazione Civita): ‘Rilanciare i borghi e coinvolgere i Millennial con il digitale

In vista del via libera i fondi per il Pnrr, “questo è il momento propizio per il recupero dei borghi, mettendo intorno ad un tavolo diversi soggetti per creare un processo virtuoso favorevole alle realità locali”, ha detto Simonetta Giordani, segretario generale dell’Associazione Civita. Il piano di rilancio e resilienza obbliga il paese a programmare di qui ai prossimi 10 anni la valorizzazione “del nostro territorio per definire una strategia per il turismo”, ha detto Giordani. “Bisogna puntare sulla valorizzazione del nostro patrimonio diffuso, con i borghi possiamo giocarci una grande partita di rilancio anche grazie allo smart working”. Con l’innovazione tecnologica sarà poi possibile “lavorare anche con i Millennial e le generazioni x e y di ragazzi – prosegue – perché non ci sono consumi culturali? I ragazzi vogliono prodotti più entertaining. E’ per questo che con i fondi del Pnrr dobbiamo realizzare una rete 5G capillare e creare nuovi servizi culturali basati su gamification e realtà virtuale per coinvolgere le fasce più giovani della popolazione nella fruizione e valorizzazione culturale del paese”. Ma perché ciò accada è necessario infrastrutturare l’industria dell’accoglienza e collegare i nostri borghi con reti di comunicazione fisiche (strade, ferrovie) e virtuali (fibra, 5G) “altrimenti stiamo facendo soltanto della filosofia”, ha detto.

Argento (Cultura Italiae) ‘Tecnologia sia integrazione e non sostituzione di relazioni umane in presenza’

Pone l’accento sulla necessità di una mediazione fra innovazione tecnologica e cultura Angelo Argento, presidente di Cultura Italiae. Di certo, molti si domandano “come sarebbe stato il primo lockdown senza connessioni – ha detto Argento – tanto che ormai per i luoghi della cultura si impone un cambio di paradigma. Il MAXXI è già riuscito a farlo, altri luoghi come ad esempio il teatro San Carlo di Napoli con l’opera in diretta Facebook hanno aperto la strada ad un cambiamento assolutamente impensabile fino a pochi mesi fa, prima del lockdown”. Di fatto, oggi il rapporto fra digitale, social media e cultura è totalmente cambiato rispetto a prima della pandemia. Ma a fronte di questo cambio di paradigma in chiave virtuale per l’umanità, “dobbiamo fermarci un attimo e riflettere”, dice Argento. In particolare, bisogna pensare alla perdita della dimensione relazionale e umana che sta toccando i ragazzi privati della scuola e della socialità in presenza. “C’è tutto un tema di relazioni umane che non potranno mai essere sostituite dal 5G, ma non lo sarebbero nemmeno dal 10G”, ha aggiunto. Il probklema è che in questa fase storica di pandemia la tecnologia ha sostituito, con tutti i suoi limiti, le relazioni in presenza. In futuro, sarà necessario ritrovare un giusto equilibrio, per cui la tecnologia non sarà più “una sostituzione bensì una integrazione” dei rapporti e delle relazioni umane.

Profili (sindaco Civita Bagnioregio) ‘L’offerta di un borgo connesso può essere una forte spinta alla crescita’

Luca Profili, sindaco del Comune di Civita di Bagnoregio, sottolinea l’importanza della copertura 5G come fattore imprescindibile di successo per i nostri borghi. “Civita è la candidata italiana per diventare patrimonio Unesco fino al giugno del 2022 – ha detto il sindaco – prima del 2019 avevamo meno di 100mila turisti all’anno, nel 2019 prima del lockdown eravamo ad un milione. Dopo la riapertura, nel periodo estivo, i turisti sono tornati e sono fiducioso per il futuro”.

Le potenzialità di un borgo connesso sono importanti. “da noi la popolazione residente è raddoppiata, da 7 a 14 persone grazie anche allo smart working – ha detto – e poi sono aperte 400 attività commerciali, dai bed & breakfast e quelle legate al turismo”. Fondamentali sono la banda larga, l’accessibilità e le infrastrutture e la sanità. Per i turisti, sono diventati importanti anche la realtà e i tour virtuali. Infine, grazie all’attività di monitoraggio dei droni, è possibile monitorare il fenomeno di erosione che colpisce strutturalmente la rupe su cui poggia il borgo, per prevenire nel modo più tempestivo il fenomeno di erosione.

Talitha Vassalli (DG Musei Mic) ‘I musei sono anche enti di ricerca’

Un recente rapporto Unesco di un paio di settimane fa, “ha disegnato un quadro critico per i musei, che hanno registrato un calo dell’80% delle visite in questo periodo di pandemia – ha detto Talitha Vassalli di Dachenhausen, direttore generale Musei del Ministero della Cultura – ma il digitale può essere una speranza e può contribuire a salvare il sistema”.

Tra l’altro, i musei sono anche enti di ricerca e il digitale è sempre stato visto come uno strumento di avvicinamento della cultura alle generazioni più giovani. “Il digitale in epoca pandemica ha cambiato in maniera permanente la nostra vita – ha detto Vassalli – ma il digitale dovrà essere visto non come sostituzione ma come integrazione dei rapporti in presenza. Ma è chiaro che ora, con la sospensione del servizio museale a causa dei diversi colori delle varie regioni, il digitale è in sostituzione della visita diretta. Ma è ovvio che la relazione umana è insostituibile”.

L’uso del digital in ambito cultura è esploso durante la pandemia. Il profilo Instagram Musei italiani ne è  un esempio. Il 5G per ora è presente a macchia di leopardo in alcuni musei italiani. L’auspicio è che in tempi stretti arrivi in tutti.

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