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5G, Europa sempre più indietro. Investimenti in calo, obiettivi al 2030 lontani. I ritardi rischiano di minare anche lo sviluppo dell’AI

L’obiettivo della Commissione Europea di garantire la copertura 5G a tutte le famiglie UE entro il 2030 appare lontano, secondo un rapporto pubblicato da Connect Europe, l’associazione che rappresenta i principali player della industry delle Tlc. L’analisi evidenzia un ritardo significativo rispetto a Stati Uniti e Asia, sia in termini di copertura che di investimenti nel settore delle telecomunicazioni. Quello che non traspare dal report è come la industry delle Tlc intende muoversi concretamente per uscire da questa situazione, che va avanti ormai da diversi anni e che sta peggiorando.

Copertura 5G standalone: Europa fanalino di coda

Il rapporto evidenzia che la copertura 5G standalone (indipendente dalle infrastrutture 4G e cruciale per applicazioni industriali) in Europa è al 40%, contro il 91% del Nord America e il 45% dell’Asia-Pacifico.
In confronto, la copertura 5G non-standalone (che utilizza infrastrutture 4G esistenti) ha raggiunto l’87% della popolazione europea nel 2023, in miglioramento rispetto all’80% dell’anno precedente. Ciò significa che le telco Ue invece di investire sul vero 5G stanno ancora puntando sull’upgrade del 4G. C’è da dire però che anche in questo altre regioni registrano percentuali superiori: Corea del Sud (99%), Stati Uniti (98%), Giappone (97%) e Cina (90%).

Conseguenze sullo sviluppo tecnologico

Il ritardo dell’Europa nella diffusione delle reti 5G potrebbe rallentare l’adozione di tecnologie dipendenti dalla connettività ultrabroadband a 1 giga, come l’intelligenza artificiale. Entro il 2030, si stima che oltre 8% della popolazione UE, pari a 45,4 milioni di persone, sarà ancora priva di una connessione gigabit fissa.

Investimenti in calo nel settore telecomunicazioni

Il rapporto segnala una riduzione degli investimenti nel settore delle telecomunicazioni nell’UE: nel 2023 si è registrato un calo del 2%, con investimenti pari a 57,9 miliardi di euro rispetto ai 59,1 miliardi dell’anno precedente.

La risposta della Commissione Europea

Per affrontare questi problemi, la Commissione Europea sta preparando il Digital Networks Act, una proposta normativa che mira a migliorare la connettività, ottimizzare lo spettro radio e incentivare gli investimenti. Questo piano, previsto per il prossimo anno, è stato promosso dall’ex Commissario per il Mercato Interno Thierry Breton. Henna Virkkunen, Commissaria per la Sovranità Tecnologica, Sicurezza e Democrazia, è stata incaricata di guidare l’iniziativa per garantire connessioni sicure e ad alta velocità, sia fisse che wireless.

Tabella riassuntiva

ParametroEuropaNord AmericaAsia-PacificoAltri Paesi (esempi)
Copertura 5G standalone40%91%45%
Copertura 5G non-standalone87%98% (USA)97% (Giappone)99% (Corea del Sud), 90% (Cina)
Popolazione senza gigabit (2030)8% (45,4 mln)
Investimenti telecom 202357,9 mld €
Investimenti telecom 202259,1 mld €

Contraddizioni nel rapporto di Connect Europe

Il futuro digitale dell’Europa richiede un cambio di approccio, ma il rapporto di Connect Europe evidenzia numerose contraddizioni che ostacolano il raggiungimento di una leadership globale nel settore tecnologico.

Ambizione contro realtà

Il rapporto sottolinea con orgoglio il contributo del settore digitale, che rappresenta il 4,7% del PIL europeo. Tuttavia, la realtà dei dati mostra un’Europa in netto ritardo rispetto a regioni come Stati Uniti e Asia.
Un esempio emblematico è il divario nella copertura 5G standalone: l’Europa è ferma al 40%, mentre il Nord America raggiunge il 91%. Questa lacuna dimostra chiaramente quanto sia difficile per l’Europa affermarsi come leader dell’innovazione.

Investimenti insufficienti

Un altro punto critico riguarda gli investimenti. Nel 2023, il settore delle telecomunicazioni ha registrato un calo del 2%, il primo degli ultimi sette anni, aggravando ulteriormente la situazione. Per raggiungere l’obiettivo di copertura gigabit entro il 2030, l’Europa necessita di un investimento supplementare di 200 miliardi di euro, ma al momento manca una strategia chiara per attrarre i capitali necessari.

Problemi strutturali del mercato digitale

Sovrapposizione delle infrastrutture

L’Europa adotta un modello di concorrenza infrastrutturale che si rivela inefficiente. Ad esempio, il rapporto FTTH (fiber-to-the-home) è di 1,4:1, un dato che indica un notevole spreco di risorse senza un corrispondente miglioramento della copertura. Questa mancanza di coordinamento limita la capacità dell’Europa di competere con mercati più solidi, come quello statunitense.

Carenze nelle competenze digitali

La formazione e le competenze digitali rappresentano un altro punto debole. Solo il 48% degli specialisti ICT necessari è attualmente disponibile, e meno del 70% della popolazione europea possiede competenze digitali di base. Questi dati sono un freno evidente per lo sviluppo tecnologico e per l’adozione di innovazioni cruciali come l’intelligenza artificiale.

Mancanza di una visione strategica

Un mercato frammentato

La frammentazione del mercato europeo continua a rappresentare un ostacolo significativo. Mancano soluzioni concrete per favorire i consolidamenti transfrontalieri e superare le divisioni tra i vari paesi membri.
Il Digital Networks Act, menzionato nel rapporto, potrebbe rappresentare un’opportunità per affrontare questo problema e promuovere una visione più integrata e coesa.

Comparazioni internazionali fuorvianti

Il rapporto utilizza dati comparativi in modo poco contestualizzato. Ad esempio, l’ARPU (ricavo medio per utente) europeo, pari a 14,8 euro, viene confrontato con i 41,7 dollari degli Stati Uniti, senza considerare le differenze di potere d’acquisto e dinamiche di mercato. Questo approccio alimenta una narrazione che appare disallineata rispetto alla realtà.

In sintesi, il rapporto di Connect Europe mette in evidenza la complessità del panorama digitale europeo, ma rivela anche un’urgente necessità di interventi strutturali. Senza politiche incisive, investimenti significativi e una visione strategica chiara, l’Europa rischia di rimanere un follower anziché diventare un leader nell’era digitale.

Tabella comparativa

ProblemaRapporto 2023 (5G)Rapporto 2025 (Crisi digitale)
Copertura 5G standalone40% in Europa vs. 91% Nord AmericaRibadito come simbolo del ritardo europeo
Investimenti in calo-2% nel 2023Necessità di €200 miliardi per gigabit
Tariffe e redditivitàNon menzionateTariffe basse ostacolano sviluppo
Competenza digitaleRallentamento nello sviluppo di AISolo 48% degli specialisti ICT formati
Frammentazione del mercatoCitato come ostacoloNessuna soluzione concreta proposta
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