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5G: ecco quali Paesi guideranno lo sviluppo (la Ue non c’è)

L’Europa, sempre troppo divisa e frammentata nei suoi nazionalismi, non sarà tra le principali economie globali a imporsi nel 5G. La tecnologia mobile di prossima generazione non servirà – come quelle che l’hanno preceduta – solo a far comunicare le persone, ma anche gli oggetti, quindi le auto, gli elettrodomestici, i sistemi medicali, le reti energetiche.

Mentre il resto del mondo corre veloce verso il 5G,  gli Stati europei si sono presi fino a metà 2020 (ma con la possibilità di rinviare al 2022) per il passaggio della banda 700 Mhz dalla Tv digitale alla banda larga wireless e continuano a non trovare un punto di incontro sull’utilizzo armonizzato dello spettro radio, passaggio fondamentale per permettere l’avvio di un vero mercato unico digitale. La Ue rischia insomma seriamente di perdere la corsa nonostante i proclami e le ambizioni di leadership.

Ma quali saranno, invece, le economie che riusciranno per prime ad adattarsi al 5G?

Gli Stati Uniti

Per gli Stati Uniti, la leadership nel 5G è una “priorità nazionale” e, come già avvenuto per il 4G, campo in cui hanno ampiamente surclassato la Ue, la FCC intende lasciare campo libero al mercato. Con l’approvazione a luglio della proposta Spectrum Frontiers, la Federal Communications Commission ha assegnato alla banda larga wireless ben 14 GHz di spettro non licenziato che si troveranno per lo più nella parte alta e altissima dello spettro, sopra i 24 Ghz.

L’utilizzo della tecnologia su larga scala dovrebbe partire nel 2020 ma gli operatori americani – AT&T, Verizon e T-Mobile – hanno già iniziato i test per una prima limitata implementazione commerciale già dalla fine del prossimo anno.

“Gli Stati Uniti saranno il primo paese al mondo ad aprire le bande ad alta frequenza per le reti e le applicazioni 5G e si tratta di un primato molto importante perché vuol dire che le aziende americane saranno le prime a partire”, ha detto il presidente della FCC, Tom  Wheeler.

Corea del Sud

L’operatore coreano KT Corp. Conta di lanciare i servizi per le Olimpiadi invernali del 2018. Il gruppo ha già completato con successo i test su un sistema realizzato da NEC utilizzando le altissime frequenze per trasmettere dati fino a 3.2 Gbps.

Svezia ed Estonia

Anche l’operatore Telia e il fornitore di infrastrutture Ericsson hanno anticipato che Stoccolma e Tallin saranno ai nastri di partenza nel 2018, sottolineando che dalla digitalizzazione delle industrie e dall’IoT trarranno beneficio non solo le aziende tecnologiche ma anche i consumatori, che potranno usufruire di nuovi servizi e applicazioni.

Turchia

La Turchia punta al 2020 come data ultima per la transizione al 5G. Allo scopo è stato creato il 5GTR Forum, che ha riunito istituzioni pubbliche, ONG, produttori di tecnologie con l’obiettivo di condividere informazioni e idee per fare della Turchia uno dei primi paesi a implementare la tecnologia. Il ministro dell’Industria sta ovviamente spingendo affinché il primato venga raggiunto sfruttando al massimo le risorse nazionali.

Giappone

L’obiettivo del Giappone è di lanciare i servizi mobili nel 2020. A tal fine il governo ha un dialogo costante con i tre principali operatori del paese – NTT Docomo, KDDI Corp e SoftBank – e con i fornitori di tecnologie di comunicazione (Panasonic, Fujitsu e Sharp) per monitorare i progressi compiuti grazie al grosso impegno portato avanti in termini di ricerca e sviluppo.

Cina

Anche la Cina intende arrivare al traguardo del 2020 pronta al 5G, ma sorge qualche dubbio pensando all’esperienza del paese con il 4G, sviluppato solo alla fine del 2013 – molto tempo dopo la Corea e gli Usa – per via dello stretto controllo di Pechino sull’implementazione della tecnologia.

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