Cresce nel Regno Unito l’ondata anti 5G di coloro che vedono un legame (peraltro inesistente) fra 5G e coronavirus, con apparecchiature mobili date alle fiamme da attivisti nel weekend. La fake news del legame fra onde diffuse dal 5G e diffusione del virus è già stata fermamente smentita dalle autorità ma le teorie complottiste non si fermano e nel fine settimana un’antenna 5G a Birmingham sarebbe stata bruciata da attivisti che hanno inoltre insultato alcuni ingegneri delle telecomunicazioni che sono stati minacciati per strada da un gruppetto di facinorosi. Su Facebook intanto è stato rimosso un gruppo che incitava gli utenti a inviare le foto di antenne e apparecchi 5G distrutti, si legge sul Guardian. La teoria complottista circolata online, e rilanciata anche in Italia dal consigliere del presidente del Consiglio Gunther Pauli lo scorso 22 marzo, sostiene che ci sia un nesso fra lo standard wireless e la diffusione del virus.
L’interrogazione di Sara Cunial sul legame fra 5G e virus
Una tesi che ha dato manforte ai sostenitori dei danni alla salute dovuti al 5G, che tornano alla carica con una nuova interrogazione di Sara Cunial, deputata del Gruppo Misto ex esponente No Vax espulsa dal M5S, che chiede risposte al primo ministro Giuseppe Conte e al ministro della Salute Robert Speranza sull’eventuale legame fra virus e 5G.
Non è la prima volta che Sara Cunial porta in Parlamento le posizioni di chi cerca un nesso, mai dimostrato scientificamente, fra 5G e danni alla salute. A ottobre del 2019 Cunial aveva chiesto lo stop alle sperimentazioni, una proposta bocciata in aula nel caos. Questa volta l’ipotesi è di un nesso del 5G e più in generale delle tecnologie wireless con la diffusione del Covid-19.
Il Ministero della Salute si è già espresso in proposito, smentendo la fake news:
“Non ci sono evidenze scientifiche che indichino una correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G. Ad oggi, e dopo molte ricerche effettuate, nessun effetto negativo sulla salute è stato collegato in modo causale all’esposizione alle tecnologie wireless”, si legge sul sito del Ministero della Salute.
Lo stesso hanno fatto recentemente la Commissione Europea e l’Icnirp, l’organismo internazionale che si occupa di fissare i limiti alle emissioni elettromagnetiche.
Il contenuto dell’interrogazione
Fatto sta, che Cunial nella sua nuova interrogazione (scarica il documento in PDF) chiama in causa il Governo e il Ministero della Salute:
“…diversi esponenti del mondo medico-scientifico si sono pronunciati sull’ipotesi di correlazione tra l’irradiazione del wireless mobile e il coronavirus. Tra questi Ronald Kostoff dichiara come sia ormai comprovato il fatto che il wireless abbassi le difese del sistema immunitario, esponendo le persone all’esposizione di virus e malattie. Il coronavirus non sarebbe altro che l’ennesima riprova della vulnerabilità di un organismo indebolito, anche e soprattutto dalla pericolosa sommatoria di 5G, 4G, 3G, 2G e Wi-Fi;
uno studio di Seyhan afferma «le radiazioni a radiofrequenza modulate a impulsi a 900 MHz inducono stress ossidativo su cuore, polmone, testicolo e tessuti epatici»;
il dottor Oliviero dichiara «il 5G ha influito notevolmente nell’abbassamento delle difese immunitarie in quelle particolari zone d’Italia dove è sorto il problema»;
la dottoressa Havas afferma «l’esposizione all’elettrosmog danneggia il sistema immunitario. Se il tuo sistema immunitario è compromesso a causa dell’elettrosmog o di determinati farmaci che stai assumendo o perché sei anziano è probabile che tu abbia una risposta a CoVid-19»;
il professor Johansson spiega: «i CEM possono agire attraverso l’inibizione della calcineurina (proteina che attiva le cellule del sistema immunitario) per sopprimere l’immunità, aumentando così il rischio di infezione opportunistica. Meccanismi d’azione plausibili»;
Gunter Pauli ha dichiarato: «La scienza deve dimostrare e spiegare causa ed effetto. Tuttavia la scienza osserva innanzitutto le correlazioni: fenomeni apparentemente associati. Applichiamo la logica scientifica. Qual è stata la prima città al mondo coperta nel 5G? Wuhan! Qual è la prima regione europea del 5G? Nord Italia»…”.
Cosa è successo a Birmingham
La tesi complottista ha spinto un gruppo di facinorosi a bruciare un traliccio 5G a Birmingham, secondo quanto denunciato dall’operatore mobile EE. La polizia è a caccia dei piromani.
“Interrompere deliberatamente la connettività mobile in un momento così delicato, con la gente che più che mai ha bisogno di stare connessa, è un gesto folle, dannoso e pericoloso”, ha commentato EE.
Episodio analogo a Liverpool
Un incidente analogo è stato denunciato anche a Liverpool venerdì sera. Un fatto increscioso, condannato dal sindaco della città Joe Anderson che ha puntato il dito contro la bizzarra teoria cospirativa, secondo cui il 5G sarebbe in realtà una trovata per diffondere il virus. Sempre nel Regno Unito, ingegneri delle telecomunicazioni vengono apostrofati per strada d a sostenitori di questa teoria.
Cosa è successo a Londra
Secondo quanto riportato dl MailOnline, una donna non identificata ha avvicinato due tecnici di rete per strada, che stavano posando un cavo in fibra a Londra, accusandoli di uccidere delle famiglie (ci sono anche i video).
La donna dà la colpa ai tecnici per i ricoveri all’ospedale dovuti al virus. La donna apostrofa i tecnici della Community Fibre accusandoli di essere assassini, confondendo peraltro fibra e 5G come se fossero la stessa cosa.
Tra l’altro, il gruppo britannico specializzato in fact checking Full Fact ha già smascherato la fake news che connette l’esplosione del coronavirus a Wuhan con la presenza del 5G nella località cinese, che si sarebbe poi riproposto allo stesso modo anche in Lombardia.
Non c’è alcuna prova che collega il 5G con il coronavirus
Una petizione online che sostiene il rischio di vivere nei pressi di un’antenna 5G perché potrebbe accrescere il rischio di essere contagiati dal Covid-19 è stata condivisa online nel Regno Unito da Amanda Holden, una dei quattro giudici dell’edizione britannica di “Britain’s Got Talent”, secondo il Guardian. Il post è stato poi rimosso.