Analisi

5G, Covid-19 e aste annullate nella Ue. L’incertezza pesa sul mercato

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Il rinvio dell’asta in diversi paesi della Ue e il rallentamento degli ordinativi a causa della pandemia gettano alcuni dubbi sui tempi del rollout delle nuove reti.

Il rinvio dell’asta 5G in Francia e la richiesta di metterla in stand by o al limite di abolire i rilanci avanzata nel Regno Unito, nonché le perturbazioni sulla supply chain penalizzano non poco le prospettive dei fornitori di apparecchiature di rete. E se da un lato Huawei riesce a compensare la frenata dovuta alla pandemia con il mercato cinese, la situazione per Nokia ed Ericsson è più complessa. Lo scrive oggi Les Echos in un’ampia analisi in cui fa il punto sulle prospettive del 5G per quest’anno, alla luce della roadmap europea che già di per sé è molto stringente.

5G, tutto quello che c’è da sapere

2020 anno del 5G?

La pandemia getta un alone di forte incertezza sul futuro dei grandi produttori di apparati di networking come Huawei, Ericsson e Nokia. Il fatto è che il cambio tecnologico da uno standard mobile all’altro (dal 2G al 3G, dal 3G a 4G, dal 4g al 5G) si verificano n media una volta ogni dieci anni e i fornitori di infrastrutture di rete speravano con il 5G di capitalizzare e vendere ovunque a man bassa le nuove antenne e stazioni radio base per il nuovo standard di comunicazione elettronica agli operatori di tutto il mondo. Il mercato globale delle infrastrutture di rete 5G doveva raggiungere un giro d’affari di 2,1 miliardi di dollari a livello globale nel 2020, secondo stime di ABI Research. Ma la società di ricerca si è vista costretta a rivedere al ribasso de 10% le sue stime, sulla scorta di quanto sta avvenendo a causa della pandemia.

Nokia, Ericsson e Huawei

A questo punto, Nokia è l’azienda più impattata dall’incertezza. Le vendite del produttore finlandese nel segmento “Reti” (la principale del gruppo) hanno registrato un calo del 5% nel primo trimestre 2020, secondo i risultati pubblicati il 30 aprile.

“Noi siamo relativamente resilienti, ma non certo immuni”, ha sintetizzato Rajeev Suri, amministratore delegato uscente di Nokia.

Per quanto riguarda Ericsson, le vendite nel primo trimestre sono rimaste pressoché invariate. Il gruppo svedese ha mantenuto i suoi obiettivi per il 2020 e il 2022, ma resta vigile.

Infine, Huawei, primo fornitore globale, dal canto suo ha registrato nel primo trimestre dell’anno un incremento dei ricavi dell’1,4%, ma questo risultato comprende anche le vendite di smartphone e i servizi alle imprese. Huawei continua a trarre vantaggio dal primato cinese nel 5G e all’inizio di aprile si è aggiudicata più della metà di un mega ordine da 5,2 miliardi di dollari emesso da China Mobile.

La industry Tlc è più resiliente

Rispetto ad altri settori, come l’automotive o il trasporto aereo, i fornitori di apparecchiature Tlc hanno certamente maggiori certezze. Gli operatori hanno continuato ad incassare i ricavi dei loro abbonati anche durante la crisi da Covid-19 e in più le reti si sono rivelate un elemento indispensabile per fronteggiare i picchi del telelavoro e della teledidattica. Ma detto questo, “il rallentamento dell’economia nel suo complesso potrebbe costringere alcuni operatori a rimandare i loro programmi d’investimento”, crive l’amministratore delegato di Ericsson Börje Ekholm. Per esempio, il “capex” di orange è diminuit del 3% nel primo trimestre dell’anno, vale a dire 49 milioni in meno da spendere.

Tutte le aste rimandate nella Ue

Inoltre, il rinvio delle aste per l’assegnazione delle preziose frequenze 5G in diversi paesi europei – Francia, Portogallo, Polonia, Spagna, Austria – pesa anch’esso sugli ordinativi. “Siamo ansiosi di veder ripartire gli investimenti in 5G”, scrive ancora Börje Ekholm.

Ma prima di poter acquistare nuove antenne ed apparecchiature, gli operatori devono comprare le frequenze dagli Stati in sede di asta pubblica. In Francia, ad esempio, l’asta prevista per aprile è stata rimandata a luglio e potrebbe slittare ancora all’autunno.

Insomma, la tempistica della roadmap per la realizzazione delle nuove reti 5g potrebbe subire un discreto ritardo, tanto più che finora le reti 4G durante la crisi sanitaria hanno retto bene.

Difficile lavorare sul campo

I produttori di apparecchiature sono penalizzati anche dalla lenta ripresa delle fabbriche in Cina. Queste difficoltà, prosegue Les Echos, hanno privato Nokia di 200 milioni di vendite supplementari. Difficile infine installare nuove attrezzature presso l’operatore, quando anche i tecnici sono costretti in quarantena. Insomma, non è facile lavorare su campo in queste condizioni. E queste difficoltà sono soltanto all’inizio.

Secondo i produttori, il Covid-19 peserà ancor di più sui risultati del secondo trimestre 2020.

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