“Già questa settimana pubblicheremo la consultazione su come intendiamo intervenire per la diffusione del 5G in Italia. Tenendo conto, però, che sarà necessario il parere dell’Ue perché è un territorio non esplorato dal punto di vista normativo”. Lo ha assicurato il ministro per l’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, aggiungendo che le gare saranno assegnate entro il 2022.
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Mercato mobile
“E’ la prima volta che si interviene con un piano di finanziamento pubblico nel mercato mobile – ha chiarito Colao a un dibattito sulla digitalizzazione all’Assemblea nazionale di Anci a Parma -. Abbiamo l’obiettivo di incentivare la diffusione del 5G su tutto il territorio nazionale perché è necessario a tutti, ma forse è quasi più necessario nei posti più isolati e meno collegati alle aree urbane proprio per permettere il lavoro in remoto e una vita economica e sociale moderna e di livello ovunque, e distribuire di più popolazione e lavoro in maniera più sostenibile”.
5G, dal Pnrr 2 miliardi
Questo “non si deve sovrapporre agli obblighi di copertura già assunti dagli operatori che hanno vinto le frequenze 5G” secondo il ministro che ha ricordato che “su questa voce abbiamo 2 miliardi” del Pnrr a disposizione. “Già questa settimana pubblicheremo la consultazione su come intendiamo intervenire. Una volta conclusa la consultazione la manderemo in Europa per notifica perché è un intervento nuovo. Anche Spagna e Germania hanno interventi simili, ma anche loro stanno cercando di esplorare come fare. Vi chiedo un minimo di pazienza perché siamo in territorio ancora non esplorato dal punto di vista normativo. Faremo le gare che dovranno essere assegnate entro il 2022, se ci saranno misure residue”.
Le direttrici
L’obiettivo con il piano è indirizzare meglio le risorse pubbliche. Un piano che si articola su tre ambiti: i corridoi 5G, strade extraurbane da predisporre per il 5G e aree mobili 5G a fallimento di mercato. “Vogliamo incentivare la diffusione sull’intero territorio nazionale delle reti 5G, non vogliamo che l’Italia caschi indietro rispetto ad altri paesi europei e non in quest’area ma dobbiamo farlo nell’ambito di un significativo salto di qualità nella connettività e rispettando le norme Ue sugli aiuti di Stato. la prima volta che si fa un intervento di questo tipo e bisogna farlo con regole che non sono state ancora completamente testate”, ha aggiunto.
Secondo Colao infine, “tutto quello che riguarda la parte mobile è impattato dal tema dei limiti delle emissioni elettromagnetiche, con quelli attuali che sono un decimo dei limiti europei, quindi inevitabilmente il paese avrà più antenne o meno coperture. A parità di copertura i limiti attuali impongono più carico burocratico e più presenza di antenne” ha precisato.