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5G & Co., Patrizia Catenacci (Mimit): ‘Nuove regole anti-spreco per un uso equo dello spettro’

In vista del prossimo innalzamento dei limiti elettromagnetici fissato per il 29 aprile, sono già in vigore le nuove norme per la gestione dello spettro radio appena varate dal Governo. Norme improntate al principio di equa ripartizione di un bene scarso e pregiato in ottica anti-spreco e anti-accaparramento, dopo il via libera del Consiglio dei ministri alle modifiche al Dlgs 259, che aggiorna e rivede il Codice delle comunicazioni elettroniche. Ne abbiamo parlato in occasione del 5G & Co., la conferenza del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario delle Telecomunciazioni) che si è tenuta a Roma il 16 e 17 aprile, con Patrizia Catenacci, Direttore Generale del Mimit.

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Key4biz. Quali sono i criteri seguiti per aggiornare la normativa sui limiti di esposizione?

Patrizia Catenacci. E’ utile premettere, anche se è noto a tutti, che l’Italia è stata sino ad oggi caratterizzata da una situazione abbastanza singolare a livello internazionale, con un’applicazione estremamente rigorosa del principio di precauzione e una scelta di livelli di esposizione stringenti (i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità erano posti a 6 Volt su metro). L’obiettivo al tempo in cui furono stabiliti questi valori era quello di proteggere luoghi caratterizzati da elevata permanenza o da alta frequentazione.

In questo quadro, la prima scelta ha riguardato proprio il principio di precauzione che è stato confermato. Si è scelto di continuare ad applicare il principio di precauzione senza aderire quindi, tout court, ai più elevati limiti individuati dall’Icnirp e applicati a livello internazionale.

Dunque non abbiamo abbandonato il principio di precauzione, ma continuiamo ad applicarlo avendo scelto l’incremento minimo possibile.

Key4biz. Quale criterio avete seguito per definire il limite dei 15 V/m?

Patrizia Catenacci. Senza arrivare fino ai limiti Icnirp, che prevedono anche 60 Volt metro, si è cercato di definire quale fosse l’incremento minimo che avrebbe consentito agli operatori di installare le nuove tecnologie – che richiedono potenze più elevate – sulla stessa rete di stazioni base oggi adoperata per il 4G. Si è scelto quel valore dell’incremento in grado di garantire che si potesse sviluppare il 5G, esattamente come in passato si è diffuso il 4G, accettando di dover replicare anche per il 5G la cura progettuale che ha caratterizzato tutte le generazioni precedenti.

Ciò ha portato a proporre, dopo le necessarie analisi, un innalzamento dei limiti pari proprio a 15V/m.

Key4biz. Non si poteva mantenere il vecchio valore dei limiti e moltiplicare i siti trasmittenti?

Patrizia Catenacci. Molti sostengono che il 5G richieda necessariamente la densificazione dei siti. Grazie agli sviluppi tecnologici e alle antenne adattative, non è così. La densificazione dei siti potrà essere determinata in futuro sulla base delle esigenze di servizio, ma non è ragionevole renderla necessaria in questa fase iniziale. In nessun Paese si è introdotto il 5G densificando sistematicamente i siti in fase di avvio.

Occorre consentire che gli investimenti in infrastrutture procedano gradualmente insieme  allo sviluppo della reale domanda di servizi. Per dare al 5G la capacità di svilupparsi è necessario che la tecnologia sia disponibile fin da subito, dando la possibilità agli attori di mercato di sfruttare le infrastrutture che già esistono. La densificazione dei siti risponderà alla futura domanda di traffico e alla tipologia dei servizi che saranno disponibili, e sarà inevitabile quando il 5G sarà nel pieno delle sue potenzialità.

Key4biz. E le modifiche al codice delle comunicazioni perché sono state necessarie?

Patrizia Catenacci. Qui il discorso diventa più articolato.

La legge 30 dicembre 2023, n. 214 “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022”, all’articolo 10, dispone che entro 4 mesi dall’entrata in vigore della stessa, ovverosia entro il 30 aprile 2024, gli obiettivi di qualità e valori di attenzione siano innalzati dal valore di 6 V/m al valore di 15 V/m.

In previsione di questo aumento ci si è chiesti se ci fossero le condizioni per una armonizzazione delle condizioni d’uso delle risorse radioelettriche.

Occorre ricordare che l’Antitrust aveva già sollevato alcune perplessità nell’utilizzo dello spazio radioelettrico. In effetti, le Arpa procedono secondo il criterio del “Primo Arrivato, Primo Servito” prendendo correttamente in considerazione – cautelativamente dal punto di vista della protezione ambientale – i valori di potenza massima irradiabili dagli impianti e senza fare valutazioni sulla giustificabilità di tali valori di potenza in relazione ai livelli di servizio (copertura e capacità) realmente offerti. Si sono verificati fenomeni di accaparramento dello spazio radioelettrico.

Ciò ha condotto anche ad una oggettiva incongruenza tra le potenze autorizzate e la reale situazione sul territorio così come misurata dalle ARPA, e come rilevato dalla Relazione sullo stato dell’Ambiente del 2020 o dal Rapporto Istisan 19/11 dell’Istituto Superiore di Sanità.

Anche lei (Anastasio ndr) ha scritto spesso di questo disordine.

Proprio per superare il gap di conoscenza tra valori autorizzati e valori reali sul territorio la richiamata legge n. 214/2023 ha disposto il coinvolgimento del Mimit, che è chiamato a raccogliere ed elaborare i dati relativi agli impianti – da condividere con gli altri Ministeri interessati – sia per obiettivi di monitoraggio ambientale che per consentire una più efficiente e razionale gestione dello spettro elettromagnetico che è proprio ciò di cui si parla.

Key4biz. E il codice delle comunicazioni come si inserisce al riguardo?

Patrizia Catenacci. Per mettere ordine si è intervenuti attraverso un correttivo al codice delle comunicazioni elettroniche, approvato durante il Consiglio dei Ministri del 20 marzo scorso e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. In particolare, sono stati introdotti due principi fondamentali: il principio di equa ripartizione dello spazio elettromagnetico e il principio di effettività.

Secondo il principio di equa ripartizione si vogliono garantire i principi generali in materia di accesso allo sfruttamento di risorse scarse, di parità di trattamento e di rispetto del principio della concorrenza che devono informare, in via generale, l’azione amministrativa.

Abbiamo previsto in prima battuta, per superare le limitazioni dell’approccio “primo arrivato, primo servito” un limite per operatore commisurato ai diritti d’uso sulle frequenze detenuti. Questo eviterà il rischio di accaparramento delle risorse, ma potrà essere superato laddove si dimostrino necessarie risorse aggiuntive in aree dove non sono presenti tutti gli operatori. Abbiamo cercato di evitare l’accaparramento ma, laddove non ci sia questo rischio, possono essere garantite maggiori risorse con piena flessibilità e semplificazione delle procedure amministrative.

Il principio di effettività vuole invece garantire la rispondenza tra le potenze autorizzate e quelle effettivamente adoperate, nonché garantire una piena visibilità su tutto il territorio nazionale. Ove all’esito delle rilevazioni periodiche condotte dal Mimit dovessero emergere scostamenti tra la potenza autorizzata e quella effettivamente utilizzata, così come dichiarata dagli operatori stessi, il Ministero segnalerà i casi di sottoutilizzo all’amministrazione che ha rilasciato l’autorizzazione per procedere ad una rimodulazione della stessa.

Key4biz. Quindi il bilancio com’è?

Patrizia Catenacci. Siamo molto soddisfatti del risultato finale. Ne abbiamo parlato in specifici tavoli tecnici con gli altri Ministeri e le altre Amministrazioni coinvolte e la scelta dei 15 V/m è sostanzialmente condivisa.

Gli interventi hanno richiesto profonde riflessioni perché riguardano tematiche tecnicamente complesse, ma sono perfettamente coerenti e in linea con le Linee Guida CEI. Ci rendiamo conto, a giudicare dalle domande e dalle osservazioni ricevute, che non c’è ancora una piena familiarità con le novità introdotte, ma è naturale.

Per questo motivo stiamo raccogliendo domande e osservazioni e prepareremo una sezione sul sito del Mimit con le risposte alle domande più frequenti, ma il quadro è tecnicamente molto solido e rappresenterà un importante passo in avanti per lo sviluppo del 5G e, in prospettiva, anche del 6G.

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