Strade, autostrade e ferrovie connesse in rete, integrate a soluzioni di guida autonoma, sono diversi gli aspetti su cui Istituzioni e imprese devono lavorare per garantire sicurezza, sostenibilità e affidabilità. Su questi temi cruciali per lo sviluppo del Sistema Paese e l’offerta di una connettività di qualità a tutti i cittadini, anche per chi vive nelle aree economicamente più svantaggiate, sono intervenuti al 5G&Co. – Everything is connected, la Conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni, Emanuele Procaccioli, Managing Director – Communications, Media & Technology for Italy, Central Europe and Greece di Accenture, Graziano Bini, Head of Innovation & Engineering di INWIT, e Giuseppe Angelisanti, Head of Connectivity, IoT & Automation, Ferrovie dello Stato Italiane.
“La mobilità è uno dei vertical dove il 5G è abilitatore primario. Parliamo a ad esempio di veicoli a guida autonoma e di maggior sicurezza e controllo del trasporto ferroviario. Per arrivare a questi nuovi servizi bisognerà investire in infrastrutture e reti dedicate. Avendo una tecnologia in comune con le telco, sarà possibile mettere a disposizione delle aziende esperienza e competenze per gestirle, mantenerle e sfruttarle, accelerandone l’adozione. Bisogna lavorare sui processi e sulla definizione di nuovi servizi che abilitino modelli di lavoro avanzati. Saranno necessarie sinergie diffuse per controllare costi e accelerare programmi di sviluppo. Il ritorno sull’investimento è centrale per le aziende – ha affermato Emanuele Procaccioli di Accenture – e una volta individuato correttamente, consentirà agli investitori di prendere in considerazione la realizzazione di nuovi servizi 5G. Con Anas lavoriamo assieme sul progetto di digitalizzazione del traforo de Frejus. Lo stesso business case applicato a tutta la rete dei trasporti nazionale è molto più difficile e rischioso. Si deve ripartire dai processi e capire come le nuove tecnologie possano abilitare una digitalizzazione degli stessi e abilitare nuovi automatismi. Nel nostro laboratorio di Roma offriamo l’opportunità di guardare da vicino l’intera catena del valore del 5G”.
“INWIT dispone di 24 mila torri distribuite su tutto il territorio nazionale, sia per operatori Fwa sia di IoT. Il prerequisito è disporre di una coperta 5G capillare e pervasiva su tutto il territorio. Noi aiutiamo gli operatori mobili nel portare questa tecnologia su tutte queste torri. Stiamo lavorando per supportare gli operatori anche stringendo collaborazioni forti con le amministrazioni pubbliche. Stiamo inoltre sviluppando l’infrastruttura, oltre 900 nuove torri nel 2023 che indirizzano le esigenze degli operatori mobili e Fwa e in parte anche nel PNRR. L’Italia è stato il primo Paese in Europa a proporre le risorse del PNRR per le torri. Più di 1300 aree a fallimento di mercato saranno così raggiunge da copertura 5G – ha spiegato Graziano Bini di INWIT – per uno sviluppo socio economico che possa garantire un futuro anche alle comunità che popolano i piccoli Comuni italiani. La costruzione di questa infrastruttura consentirà di avere una copertura 5G del territorio, della rete stradale e autostradale e di tutta la rete ferroviaria, anche per sviluppare servizi di mobilità connessa. L’Italia è il quarto Paese in Europa per rete autostradale e il primo per ponti, viadotti e gallerie. Un primo problema è quello della mobilità urbana. Costruiamo grandi infrastrutture condivise e small cells per dare copertura 5G a servizi smart city di mobilità urbana. Realizziamo coperture indoor, compresi porti e aeroporti. Poi c’è il tema delle metropolitane. Il giorno dell’inaugurazione a Milano il passeggero ha sperimentato la copertura 4-5G. per autostrade e ferrovie c’è da considerare il servizio all’utente finale. Ina grande sfida entro il 2030 è offrire 3-5Mbps per passeggero. Poi ci sono i servizi mission critical”.
“La connettività è elemento trasversale nel PNRR. Oggi ci sono in Italia 17 mila km di ferrovie e 32 km di strade a pedaggio gestite da Anas. Tali infrastrutture possono collegare i Paesi in termini di connettività. L’infrastruttura oggi deve essere intelligente e costantemente monitorata, anche per la manutenzione e la sicurezza. Poi ci sono le smart road. Abbiamo portato avanti diversi progetti con Anas per testare la connessione tra l’infrastruttura stradale e i veicoli che ci corrono sopra. Sul treno, in collaborazione con gli operatori, abbiamo migliorato la connettività sull’alta velocità. Ci sono anche i treni merci che viaggiano monitorati grazie a connettività continua, che può aprire a diversi settori economici. Una delle attività principali per ottenere la massima connettività è stato capire, con le istituzioni, quelli che sono i limiti normativi, con i vendors e gli operatori tlc invece individuare le opportunità. L’elemento fondamentale che emerge è capire la collaborazione e la necessità di individuare un obiettivo sostenibile, soprattutto nelle aree senza ritorno di investimento. Circa 11 mila km di ferrovie sono vicine alle strade. Posizionando una copertura 5G adeguata tra le due infrastrutture si potrebbe arrivare a servire entrambe. Da questa sinergia potrebbe nascere uno scenario più sostenibile da un punto di vista tecnico ed economico in cui agire efficacemente”, ha dichiarato Giuseppe Angelisanti di Ferrovie dello Stato.