Ultimatum di Pechino alla Svezia: il governo cinese ha dato un’ultima occasione a Stoccolma di tornare sui suoi passi, e annullare il bando nei confronti delle attrezzature di Huawei (e ZTE) per il 5G in Svezia, prima di rivalersi a sua volta nei confronti di Ericsson in Cina.
Lo scrive oggi il Wall Street Journal, aggiungendo che la partecipazione di Ericsson alla massiva realizzazione delle nuove reti 5G in Cina è legata al fatto che Stoccolma si decida a cambiare il suo atteggiamento nei confronti di Huawei in Svezia. La tesi è sostenuta dal Global Times, un quotidiano molto vicino alla voce ufficiale del partito comunista cinese.
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Il conflitto svedese
Il conflitto è nato dopo che lo scorso mese di ottobre il regolatore svedese PTS ha escluso i vendor cinesi Huawei e ZTE dal novero dei fornitori di apparecchiature 5G per motivi di sicurezza nazionale. Huawei ha fatto ricorso in un tribunale svedese, e attende il verdetto a settimane.
L’avvertimento lanciato dal quotidiano cinese è soltanto l’ultimo esempio dell’uso che Pechino fa del peso economico del suo mercato interno per proteggere i suoi interessi e la sua politica estera.
La risposta cinese
Il Wall Street Journal ricorda come lo scorso anno la Cina abbia ristretto le importazioni di vino, carne e altri prodotti dall’Australia dopo che il governo di Canberra ha messo in atto il bando nei confronti di Huawei, chiedendo di indagare sulle attività di Pechino in relazione alla pandemia da coronavirus.
Il bando cinese dalla Svezia è stato duramente contestato da esponenti governativi e media cinesi, secondo cui si tratterebbe di un’operazione ad hoc fatta per proteggere Ericsson, il campione nazionale.
Ericsson si dissocia da Stoccolma
Il timore di ritorsioni in Cina ha spinto l’amministratore delegato di Ericsson, Borje Ekholm, a prendere posizione a favore della partecipazione di Huawei (e ZTE) al 5G svedese. Ekholm ha criticato apertamente la politica di Stoccolma, chiedendo l’annullamento del bando. Ericsson realizza in patria l’1% dei suoi ricavi globali, a fronte dell’8% in Cina, dove occupa 13mila dipendenti e gestisce uno stabilimento.
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Tra l’altro, la Cina è il primo mercato globale per il 5G e siamo alla vigilia della designazione dei fornitori di apparecchiature per le nuove reti da parte die principali operatori.
Lo scontro fra Cina e Svezia potrebbe avere conseguenze negative anche su altri grandi gruppi del paese scandinavo come Hennes & Mauritz (H&M). Quest’ultimo vuole accertarsi che il cotone importato dal paese asiatico non arrivi dalla regione dello Xinjiang, dove i governi americano e britannico insieme ad alcune organizzazioni in difesa dei diritti umani accusano Pechino di genocidio e di sfruttamento dei lavoratori.